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I club desiderano allenatori meno ostici, non vogliono più i Conte e i Mourinho (Telegraph)

I nuovi nomi sono McKenna, Enzo Maresca e Thomas Frank. Non più allenatori che affermano la loro autorità con prepotenza e criticano la proprietà

I club desiderano allenatori meno ostici, non vogliono più i Conte e i Mourinho (Telegraph)
Frosinone 20/08/2021 - campionato di calcio serie B / Frosinone-Parma / foto Image Sport nella foto: Enzo Maresca

Per il Telegraph sta emergendo una tendenza nel calcio europeo. “Una nuova generazione di proprietari di club preferisce una nuova generazione di manager“. In altri termini, superato il modello del manager alla Ferguson, adesso i club della Premier vogliono allenatori che si concentrino esclusivamente sull’aspetto sportivo.

United, Chelsea sono solo due dei tanti club alla ricerca di un allenatore di “nuova generazione”. Il Liverpool ha già scelto Slot per esempio.

Il nuovo modello di allenatore ricercato in Premier

I nuovi proprietari preferiscono avere un allenatore collaborativo che lavori con la rosa della prima squadra, scelga i giocatori, trasmetta il tutto in modo convincente ai media e conosca i limiti della rosa. Lo si può vedere nel tipo di allenatori che vengono identificati per United e Chelsea“. In tre parole: giovane, aziendalista e carismatico.

I nomi in voga in Premier League per adesso sono Kieran McKenna, Enzo Maresca e Thomas Frank. “Si tratta di manager giovani, o più giovani, che accettano che il ruolo stia cambiando“.

Una tendenza che si può notare anche per sottrazione. Basta pensare ai grandi nomi che non vengono però cercati dai club: “Jose Mourinho, Antonio Conte, Thomas Tuchel. Allenatori, certo, ma anche manager che affermano la loro autorità con prepotenza in modi diversi. Tutti loro padroneggiano, a diversi livelli, la presenza sui media, e tutti loro esprimono senza remore le loro opinioni sulla proprietà. Si tratta, certamente, di un approccio che alcuni proprietari vorrebbero archiviare“.

Il lavoro di allenatore richiede una certa autorità, o almeno l’illusione di essa. Non è certo facile per un allenatore inesperto “convincere una squadra di giovani ricchi e di successo a mettersi in gioco più e più volte“.  La riduzione del potere dell’allenatore (che non è più un manager alla Ferguson) non è una novità. “Le dimensioni dei club moderni comporta una gestione diversa. Ma ora, invece di optare per una vecchia generazione di allenatori autoritari, quegli stessi club guardano altrove, verso nuovi giovani allenatori“.

 Sul mercato ci sono tanti allenatori giovani a cui manca l’esperienza dei “pensionati”

Il Guardian la pensa diversamente. L’esempio è Gasperini. Il mercato allenatori quest’anno è più vivo che mai. Tante le panchine libere, tra cui quelle del Chelsea, del Barcellona, del Bayer Monaco e anche quella del Napoli. Il problema è che, come analizza il Guardian con John Berwin, tanti sono i posti vacanti quanto pochi gli allenatori con esperienza a disposizione.

Berwin passa in rassegna le caratteristiche che dovrebbero avere gli allenatori: “calcio progressista, preferibilmente un approccio in pressing; adattabilità alle diverse culture; è preferibile avere avuto esperienza nell’elite; competenza nelle risorse umane all’interno di una struttura organizzativa in cui la gestione è fondamentale”.

I candidati ad occupare queste panchine sono tanti, ma “non ce ne sono molti che soddisfano i criteri di cui sopra. C’è stato un punto in cui Xabi Alonso poteva scegliere tra Liverpool, Barcellona, ​​Bayern Monaco e forse anche Real Madrid. Ha poi deciso di rimanere al Bayer Leverkusen. Se dovesse rientrare improvvisamente sul mercato, Barcellona e Bayern rimangono possibilità e l’imminente posto vacante allo United si aggiunge al Chelsea e ai tre club italiani”.

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