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Ulivieri: «Non è Coverciano che indirizza le scelte dei club sui tecnici, decide il libero mercato»

Alla Gazzetta: «Puoi avere un grande nome, ma se non fai risultati torni indietro. Guardate Pirlo. I titoli non si regalano, si conquistano con lo studio».

Ulivieri: «Non è Coverciano che indirizza le scelte dei club sui tecnici, decide il libero mercato»

In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il presidente dell’Associazione Italiana Allenatori, Renzo Ulivieri, risponde a Sacchi e Zaccheroni, che hanno criticato, nei giorni scorsi, i criteri di accesso a Coverciano come allenatori. Non è vero che gli ex calciatori sono facilitati nell’accesso ai corsi.

«Non c’è tutto questo squilibrio nei punteggi di ammissione tra chi ha fatto il calciatore ad alti livelli e chi invece si è messo in mostra allenando nelle categorie inferiori o i ragazzi. Oggi ne arrivano di più dal secondo gruppo, fortuna e merito contribuiscono. Poi entra in gioco il libero mercato: se un club punta su un “nome”, per l’immagine oltre che per la competenza, è per la possibilità di scelta. Non è Coverciano che dà questo indirizzo, ma il mercato. Anche chi ha avuto una carriera modesta da giocatore, se ha idee e valori, trova una strada, magari più accidentata, ma che arriva in alto lo stesso».

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«Non c’è attività più democratica dell’allenatore di Serie A. Puoi chiamarti come ti pare, avere un grande nome, ma se non fai risultati torni indietro. Pirlo alla Juve doveva allenare gli Under 23, gli eventi gli hanno consegnato la panchina della prima squadra. Oggi è ripartito dalla Turchia. Io stesso mi ero opposto a chi voleva consegnare il titolo di allenatore ai massimi livelli ai Campioni del Mondo: i titoli non si regalano, si conquistano con lo studio».

E’ vero che il sistema non prevede bocciature?

«Vero, colpa mia. E’ un pensiero che arriva dalla scuola di Don Milani: una scuola che non boccia, al massimo rimanda in qualche materia. Considero la bocciatura un nostro fallimento. Ma va anche detto che qui arriva solo gente appassionata, preparata, motivata. E che una gradazione di valori è comunque riconosciuta nei voti del giudizio finale».

 

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