Unione Sarda: Mazzarri licenziato per gli insulti a squadra e presidente, «siete uno spogliatoio di vermi»
Il quotidiano sardo parla di indiscrezioni. Si tratterebbe di licenziamento per giusta causa e non di esonero. Il club non dovrebbe più pagare il tecnico fino al 2024

Roma 19/09/2021 - campionato di calcio serie A / Lazio-Cagliari / foto Image Sport nella foto: Walter Mazzarri
Secondo quanto riporta l’Unione Sarda, l’allenatore del Cagliari, Walter Mazzarri, non sarebbe stato esonerato ma licenziato per giusta causa. Un fatto rilevante ai fini del contratto, poiché il club, se fosse vero, non sarebbe costretto a corrispondere l’ingaggio al tecnico sino al 2024.
Alla base del licenziamento ci sarebbe un litigio tra Mazzarri, il presidente Giulini e la squadra.
“L’allenatore del Cagliari, Walter Mazzarri, licenziato e non esonerato. Ancora niente di ufficiale, ma la separazione fra la squadra e il mister, secondo quanto trapela, non sarebbe stata indolore. E il tecnico toscano – condizionale d’obbligo in attesa delle carte ufficiali – sarebbe stato licenziato e non esonerato. La causa nelle azioni e nei comportamenti dell’allenatore, che avrebbe addirittura insultato la squadra e il presidente Tommaso Giulini rivolgendo frasi, secondo quanto trapela, quali “spogliatoio di vermi” ad esempio riferito alla squadra”.
Il quotidiano continua:
“Potrebbero esserci, dunque, le premesse per un braccio di ferro legale. Perché chiaramente dovrà essere chiarito se e quanto le eventuali offese possano essere state lanciate in un momento di fisiologico conflitto nel quadro di un momento così difficile come quello che sta attraversando il Cagliari. Oppure se hanno superato le normali dinamiche di diversità di vedute e quindi sono state ritenute talmente gravi da convincere il club a optare per questa soluzione. Secondo fonti vicino alla presidenza, è in corso in questo momento un provvedimento di sospensione dall’incarico”.
Mazzarri ha smentito la notizia con una nota ufficiale affidata all’Ansa.
«Mi vengono attribuite frasi che non mi appartengono, lesive della mia immagine professionale costruita con serietà e rispetto nel corso di 20 anni di carriera in Italia e all’estero. Mi vedo costretto, mio malgrado, a dover smentire categoricamente le esternazioni sui giocatori a me attribuite, ribadendo la mia personale stima e il mio profondo rispetto per un gruppo di ragazzi a cui sono molto legato, riservandomi altresì ogni ulteriore azione nelle sedi opportune nei confronti dei responsabili».