Raiola: «Vestivo male, così pensavano che fossi scemo. Essere sottovalutati è un vantaggio»

Su Repubblica il suo ricordo. Parlava sette lingue, l’olandese meglio dell’italiano. «Però penso in campano, che ha connessioni logiche più veloci».

Mino Raiola gazzetta Juve

Db Milano 12/02/2011 - campionato di calcio serie A / Milan-Parma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Mino Raiola

Mino Raiola raccontato da Repubblica.

Maglietta attillata, pancia prominente, ascella pezzata, magari bermuda e infradito, barba mai rasata di fresco: ai negoziati si presentava così, all’inizio perché «col vestito sono a disagio» e poi perché quel look aveva cominciato a definire il personaggio.
«Quando mi vedevano arrivare conciato in quel modo pensavano che fossi mezzo scemo: essere sottovalutati è un vantaggio enorme, in una trattativa». Parlava sette lingue, l’olandese meglio dell’italiano. «Però penso in campano, che ha connessioni logiche più veloci».

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