L’intervista al Guardian. «In Inghilterra si gioca un calcio più veloce, più fisico. In Spagna le squadre privilegiano il possesso palla»
«A volte penso che le persone non mi conoscano davvero», dice Anthony Martial al Guardian. «Si può chiedere a chiunque: sorrido sempre. Tranne che nel campo: quando sono concentrato cerco di fare del mio meglio per non sorridere». S’intende: questo vale adesso. Perché il sorriso, al Manchester United, l’aveva perso.
«Quando Rangnick è arrivato, avevo già chiaro che il mio obiettivo era partire. Gliel’ho detto: volevo andarmene e basta». Il tecnico tedesco ha provato a reintegrarlo, a convincerlo. Ma il francese non ha voluto sentire ragioni.
“Non stavo giocando e sapevo che se fossi andato al Siviglia avrei avuto l’opportunità di giocare e divertirmi. Mi sento molto bene qui. La città è stupenda e siamo una buona squadra, per me è perfetto. Sto giocando quindi sono felice”.
Sulle differenze tra calcio spagnolo e calcio inglese.
“In Spagna tutte le squadre provano a giocare: sono molto tecniche, cercano di avere il possesso palla. In Inghilterra è un po’ diverso: è un calcio più veloce, è più fisico”, dice. “È bello giocare sia nella Liga che nella Premier. Il Siviglia mette molta intensità al pressing senza palla. Questo è ciò che Lopetegui mi chiede di fare, ci provo. È un buon allenatore, si fa sentire; vive davvero il gioco e questo ti dà energia. È una buona cosa avere allenatori nuovi: ti sprona a metterti in mostra”