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Martial: «Quando Rangnick è arrivato a Manchester gli ho detto che volevo andarmene e basta»

L’intervista al Guardian. «In Inghilterra si gioca un calcio più veloce, più fisico. In Spagna le squadre privilegiano il possesso palla»

Martial: «Quando Rangnick è arrivato a Manchester gli ho detto che volevo andarmene e basta»
2019 archivio Image Sport / Calcio / Manchester United / Anthony Martial / foto Imago/Image Sport

«A volte penso che le persone non mi conoscano davvero», dice Anthony Martial al Guardian. «Si può chiedere a chiunque: sorrido sempre. Tranne che nel campo: quando sono concentrato  cerco di fare del mio meglio per non sorridere». S’intende: questo vale adesso. Perché il sorriso, al Manchester United, l’aveva perso.

«Quando Rangnick è arrivato, avevo già chiaro che il mio obiettivo era partire. Gliel’ho detto: volevo andarmene e basta». Il tecnico tedesco ha provato a reintegrarlo, a convincerlo. Ma il francese non ha voluto sentire ragioni.

“Non stavo giocando e sapevo che se fossi andato al Siviglia avrei avuto l’opportunità di giocare e divertirmi. Mi sento molto bene qui. La città è stupenda e siamo una buona squadra, per me è perfetto. Sto giocando quindi sono felice”.

Sulle differenze tra calcio spagnolo e calcio inglese.

“In Spagna tutte le squadre provano a giocare: sono molto tecniche, cercano di avere il possesso palla. In Inghilterra è un po’ diverso: è un calcio più veloce, è più fisico”, dice. “È bello giocare sia nella Liga che nella Premier. Il Siviglia mette molta intensità al pressing senza palla. Questo è ciò che Lopetegui mi chiede di fare, ci provo. È un buon allenatore, si fa sentire; vive davvero il gioco e questo ti dà energia. È una buona cosa avere allenatori nuovi: ti sprona a metterti in mostra”

 

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