Ogni volta che un ciclista si sente male scattano dubbi e illazioni, stavolta l’ombra è il post-Covid e i possibili danni al cuore degli atleti
“Non ricordo nulla, solo che ho superato il traguardo, mi sono fermato, ho preso l’acqua e mi sono accasciato. Poi il vuoto, e mi sono svegliato in ospedale. Ora sono qua, mi tengono monitorato”. Sonny Colbrelli ha avuto un malore al termine della prima tappa del Giro di Catalogna. L’intervento dei sanitari, che gli hanno subito praticato il massaggio cardiaco al corridore, gli hanno probabilmente salvato la vita. Ora è all’ospedale di Girona e sta bene. “Tutti i test cardiaci effettuati nella notte non hanno mostrato alcun segnale preoccupante o di funzioni compromesse”, ha fatto sapere il suo team, la Bahrain Victorious.
Il ciclista italiano cinque mesi sprintava coperto di fango dentro al velodromo di Roubaix, vincendo una gara epica. Il malore al traguardo ha destato un certo scalpore. Sui giornali spagnoli e italiani, ovviamente, ma non solo. “La terribile angoscia”, titola L’Equipe. Quando un ciclista si sente male scattano in automatico dubbi e illazioni. Il suo team tra l’altro aveva subito una perquisizione subita al Tour de France 2021, conclusasi senza alcuna contestazione.
Il giornale francese parla di “uno sprint finale violento”. A inizio marzo Colbrelli aveva avuto una brutta bronchite, si era ritirato dalla Parigi-Nizza e aveva saltato la Milano-Sanremo. Aveva fatto un ciclo di antibiotici ed era tornato in gara in Catalogna. E ora, più che del doping, la grande ombra è il post-Covid negli atleti, le implicazioni sul cuore. La bronchite aveva decimato il gruppo alla Parigi-Nizza, con solo 59 dei 154 partenti arrivati in Costa Azzurra. La prima ipotesi formulata per Colbrelli è quella di una miocardite, ma per ora non ne sono state riscontrate tracce.