Al CorSport: «Mourinho? Il suo ritorno a San Siro non me lo perderei per niente al mondo. Il gesto delle manette, a caldo, fu geniale»
Stasera l’Inter affronterà la Roma in Coppa Italia a San Siro. Mourinho tornerà nello stadio che lo ha visto trionfare con il Triplete, ma lo farà da avversario. Per l’occasione il Corriere dello Sport intervista Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter di Mourinho, appunto.
«Il ritorno di Mourinho a San Siro da avversario non me lo perderei per niente al mondo».
Si emozionerà a vederlo su una panchina che non è quella dell’Inter. Commenta il rapporto di Mou con gli arbitri.
«Josè semplicemente non è ipocrita: quando c’è da difendere la sua società lo fa mettendoci la faccia e dicendo sempre quello che pensa. Poi… è Mourinho e quando fa certe cose le fa per bene».
Ricorda di quando, nel 2010, protestò contro Tagliavento, che aveva espulso Samuel e Cordoba, mimando il gesto delle manette.
«Sorrisi allora e sorrido adesso se ci ripenso. Al di là del motivo per cui fece quel gesto, ci vuole davvero una mente speciale come la sua per protestare in quel modo, a caldo. Geniale, davvero geniale».
Alla Roma ha solo bisogno di tempo per costruire una squadra all’altezza. È uno dei migliori in circolazione, questo non si discute. La sua dote migliore?
«Al di là della capacità di far giocare bene la squadra e di esaltare i talenti, come per esempio quello di Zaniolo, direi che è eccezionale nel creare un rapporto forte con il gruppo e nel capire sempre cosa deve dire».
È sorpreso dall’atteggiamento dell’Inter nel derby, dice, ma la squadra è forte e Inzaghi la gestisce bene. È convinto che l’Inter farà un bel finale di stagione. Ma dovrà combattere.
«Non parlo di favorite. Dico che l’Inter può vincere lo scudetto, ma non sarà facile, perché il Napoli mi sta impressionando molto. Ha un asse centrale molto forte e mi sembra che abbia superato bene il momento di difficoltà».
Moratti ha rilasciato anche un’intervista a Il Giornale, oggi. Parla di Balotelli, convocato da Mancini nello stage di gennaio, della Nazionale.
«Mancini è coraggioso e leale, perché gli aveva promesso che l’avrebbe chiamato, se avesse fatto bene. Balotelli è un bravo figliolo, ma ha un carattere passionale e ogni tanto le sue reazioni gli hanno creato qualche problema».
