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La contestazione a Lotito, cori anche macabri: «Noi ultras dobbiamo tornare a lottare»

Il Corsport: non accadeva dal caso Bielsa (2016). Elogi a Diabolik: «Lo stadio era vuoto senza di noi. Se siamo tornati in 40 mila è stato solo per merito di Fabrizio, non della società»

La contestazione a Lotito, cori anche macabri: «Noi ultras dobbiamo tornare a lottare»
As Roma 01/09/2019 - campionato di calcio serie A / Lazio-Roma / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: tifosi Lazio

Il Corriere dello Sport racconta la contestazione di ieri pomeriggio degli ultras della Lazio nei confronti di Lotito (un po’ anche di Tare). È andata in scena ovviamente a Formello. Il quotidiano scrive che erano in 6-700, c’era un blindato della polizia.

«Te ne devi andare» il disco cantato dagli ultras, radunati davanti a Formello. Ossessione diventata slogan. Cori ostili, anche macabri.

Due striscioni sistemati tra il cancello e il muro di cinta del centro sportivo. «Vergogna». E poi l’invito a spendere, la ribellione nata per la condotta al risparmio della sessione invernale, bloccata dall’indice di liquidità. Il progetto affidato a Sarri stenta a vedere la luce, è circondato dalle incognite. «Un altro mercato all’insegna della mediocrità. Lotito non sei degno di questa società».

Il Corsport ricorda che l’ultima contestazione ci fu nel 2016 dopo il caso Bielsa.

Le macerie fumanti della contestazione sollevata dal caso Bielsa avevano accompagnato, non senza tensioni e scritte minacciose, l’arrivo di Inzaghi nel ritiro di Auronzo.

Alviti, uno dei vecchi leader degli Irriducibili, tra i più fieri oppositori di Lotito dal 2005, ha preso il megafono per motivare gli ultras più giovani e per abbracciare gli antichi fratelli della Curva: «Dobbiamo tornare a lottare come ai vecchi tempi». Un altro rappresentante della Nord ha proseguito il discorso, ricordando Diabolik (scomparso nell’estate 2019) e l’opera diplomatica che aveva consentito di ripopolare l’Olimpico: «Lo stadio era vuoto senza di noi, ma non era quella la strada giusta. Se siamo tornati in 40 mila è stato solo per merito di Fabrizio, non della società».

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