La terza stagione di Succession. Alla protagonista non piace il candidato simil-trumpiano e tra gli esempi da evitare cita i berluscones. La traduzione sbianchetta
Nel 2021 “Berlusconi” in Italia è ancora una parola sensibile. Non si può usarla con tranquillità, nemmeno in forma d’aggettivo. Dipende dal contesto. E comunque, a scanso di equivoci, meglio evitare. Succede perciò che una battuta – immersa in un serratissimo dialogo davvero difficile da rendere nel doppiaggio italiano – poco lusinghiera su Berlusconi finisca censurata nell’adattamento italiano di Succession. Succession (chi non sa cos’è corra a recuperarla) è una serie americana, un drama “prestige” della HBO, in Italia trasmesso da Sky. Un prodotto che negli ultimi due anni ha vinto premi su premi, osannato soprattutto dalla critica. Detta parecchio in sintesi: narra le miserevoli vicende interne ad una famiglia di magnati, proprietari di un agglomerato dell’informazione in stile Murdoch. Repubblicani, ovviamente.
Nel sesto episodio della terza stagione, What It Takes, la famiglia è coinvolta in una sorta di convention informale per decidere quale candidato presidente degli USA spalleggiare finanziariamente e mediaticamente. A Shiv – la figlia spin doctor più moderata – non piace il candidato simil-trumpiano che gli altri vorrebbero sponsorizzare, e dice:
Nel doppiaggio italiano diventa così:
Berlusconi – anzi, “berlusconiano” – diventa “bielorusso”.
Il motivo? Boh. Trattasi di autocensura pura e semplice. Da politica editoriale più realista del re. In queste ore ne stiamo osservando ben più d’un esempio nel racconto delle baruffe federali alle Olimpiadi, con atleti medagliati che accusano altri di volerli far fuori facendogli del male, che passano quasi inosservati sulla stampa.
Su internet si rintraccia qualche vecchio precedente. Tipo quando nel lontano 2014 Mediaset censurò una battuta su Berlusconi in una puntata di How I Met Your Mother. Ma si era in pieno Berlusconismo e la comedy andava sul network di famiglia. Un utente di Reddit ne ricorda un altro in un episodio della serie Veep (anche questa pluripremiata), sempre nel 2014:
«Has POTUS gone nuts? We can’t have a crazy president. – In Italy they do»
«…non possiamo avere un presidente pazzo! – Ne abbiamo avuti tanti…»
Questo è solo un minuscolo esempio, un dettaglio che avranno notato 3-4 appassionati di tv in tutto, ma che rende benissimo il clima di “paura” – a tutti i livelli – che governa le cose in Italia. Dove ci si impegna un sacco, tantissimo, affinché non si scontenti mai nessuno. Hai visto mai. Berlusconi, se ne faccia una ragione, vale un qualunque autocrate bielorusso.