ilNapolista

«In due settimane Sofia Goggia ha sostenuto carichi di lavoro che altri farebbero in due mesi»

Il medico della Federazione a Libero: «Clinicamente è guarita ma nessun macchinario può riprodurre le sollecitazioni della pista. Stiamo confrontando in video le sollecitazioni del suo ginocchio con quelle delle altre atlete»

«In due settimane Sofia Goggia ha sostenuto carichi di lavoro che altri farebbero in due mesi»
2020 archivio Image / Sport / Sci / Sofia Goggia / foto Imago/Image Sport

Sofia Goggia ha saltato il SuperG in cui peraltro le italiane hanno deluso (ha vinto Lara Gut). Per lei prosegue la lotta contro il tempo per la discesa libera del 15 febbraio. Libero ha intervistato il dottor Andrea Panzeri presidente della commissione medica della Federsci.

Sofia è guarita allora?

«Clinicamente possiamo dire di sì. Il ginocchio non è gonfio, abbiamo svolto terapie e allenamenti mirati per la mobilità articolare e il tono muscolare, ma serve ricordare che un conto è lavorare in palestra, un altro è sottoporsi agli sforzi e alle sollecitazioni sugli sci: non ci saranno mai macchinari o esercizi in grado di riprodurli».

Qualcuno la sta spingendo a provarci comunque?

«No. Non è mai stata neanche presa in considerazione l’idea di un “o la va o la spacca”. Se c’è dubbio non si parte, prima di tutto la sicurezza, nessuno di noi darà mai l’ok a Sofia sapendo che potrebbe farsi male di nuovo. Poi è ovvio che in ogni gara può accadere di tutto, guardate l’americana O’Brien: nel gigante di lunedì scorso ha inforcato a tre porte dal traguardo e si è rotta tibia e perone».

È possibile traslare la situazione di Sofia su una “persona normale”?

«C’è troppa differenza, anche con un ottimo sciatore dilettante, perché questi atleti sono macchine formidabili. Per dare un’idea, in queste due settimane Goggia ha fatto come ore e carichi quello che la cosiddetta “persona normale” farebbe in due mesi. Adesso questo lavoro va portato fuori e tutto cambia. C’è una neve molto dura, che trasmette forze e sollecitazioni; nella pista troverà alcuni cambi di visibilità, ci saranno scalini e zone meno lisce. Mentre sarà in curva, anche a 120 all’ora, su quel ginocchio Sofia appoggerà l’equivalente del doppio del suo peso (circa 67 kg, ndr) per vari secondi e combatterà contro le forze eccentriche».

Noi incrociamo le dita.

«E noi faremo tutto il possibile. Andiamo verso la parte più complessa: in questi giorni gli allenatori la stanno filmando, osservano ogni suo appoggio e dinamica di sci, poi riguardano tutto e confrontano anche con le immagini delle altre atlete. Alla fine toccherà a Sofia valutare le sue sensazioni e incrociarle con quelle dei tecnici: come sempre, sarà lei l’ago della bilancia».

ilnapolista © riproduzione riservata