Una pellicola che ci riporta alla nostra infanzia, quando in casa giravano le strips delle sorelle Luciana ed Angela Giussani che avevano lanciato il ladro in calzamaglia nera
“Diabolik” al cinema nella versione dei Manetti Bros. ci riporta alla nostra infanzia quando nella nostra prima casa paterna giravano le strips delle sorelle Luciana ed Angela Giussani che avevano lanciato il ladro in calzamaglia nera.
Clerville anni 60: Diabolik (Luca Marinelli) un criminale inafferrabile e feroce terrorizza la classe dirigente ed imprenditoriale. Sulle sue tracce c’è l’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea) che con il suo vice Palmer (Pier Giorgio Bellocchio) cerca di catturarlo. In città c’è ora Lady Eva Kant (Miriam Leone) con il suo fidanzato il viceministro della Giustizia Giorgio Caron (Alessandro Roja). La donna vedova porta con sé il diamante rosa e Diabolik ha deciso che sarà suo. Ma la Kant è una donna con un passato ricattabile che ha deciso chi sarà il suo prossimo uomo. Già dalle prime indagini si capisce che i Manetti – aiutati nella sceneggiatura dal fumettista recentemente scomparso Michelangelo La Neve – abbiano deciso di riprodurre il segno grafico del fumetto ed anche il suo ritmo ovattato, più che puntare su una verosimiglianza dei protagonisti; anche se Ginko ed Eva Kant e gli occhi freddi di Diabolik sono ben resi. Quindi un plauso alla fotografia di Francesca Amitrano ed ai fidi Pivio e Aldo De Scalzi per le musiche. Eppoi agli attori feticcio dei Manetti: Serena Rossi (Elisabeth Gay), Claudia Gerini (signora Morel), eppoi all’ottima interpretazione di Vanessa Scalera (segretaria Caron).
Insomma un grande prodotto italiano che sarà conosciuto dalle giovani generazioni e che andrà all’estero e farà capire cos’era la creatività italiana negli anni ’60: perché il boom economico portò anche creatività che curò l’analfabetismo culturale degli italiani. Forse solo i Manetti Bros. – gli inventori di “Coliandro” – nella loro splendida diversità creativa potevano riuscire nell’impresa.