L’uomo che ha ricostruito il Borussia. In lacrime: «Sono esausto, voglio solo andarmene, non voglio avere niente a che fare con il calci, nemmeno con voi giornalisti»
In Italia la notizia dirà poco ma in Germania è la notizia calcistica del giorno e probabilmente della settimana. È stato il giorno dell’addio di Max Eberl, 48 anni, storico direttore sportivo del Borussia Mönchengladbach (in carica da 13 anni) che ha improvvisamente lasciato il club e il calcio. Con effetto immediato.
Ovviamente bisogna anche calarsi nel contesto. All’estero il calcio non è l’accolita di brubru che vediamo in Italia. All’estero non è detto che per lavorare nel calcio tu debba essere gretto. Non è una equazione.
Ha spiegato, nella breve conferenza stampa, che non avrebbe onorato il contratto che lo lega al club fino al 2026. Una conferenza stampa in lacrime.
«La persona Max Eberl è esausta e stanca» ha detto come se fosse un medico che parla del suo paziente. Ha scritto così la Süddeutsche che ha proseguito:
Non ha più le forze per proseguire il lavoro come dovrebbe: «Sono stanco, voglio uscire dal calcio». Lascia a metà stagione, con il Borussia in piena lotta per la retrocessione. È consapevole che si tratta di un momento estremamente delicato per il club e se ne dispiace. Ma aggiunge: «Non ce la faccio più».
«Il calcio è la mia vita ma devo prendermi cura di Max Eberl. Non voglio dover assumermi responsabilità. Voglio divertirmi, vedere il il mondo, essere me stesso».
I media tedeschi legano l’inizio del declino all’addio, lo scorso anno, del tecnico Marco Rose c he è passato al Dortmund.
Con l’annuncio di un cambiamento da parte di Rose, è iniziata una crisi sportiva che continua ancora oggi
I giornali tedeschi gli riconoscono il grande lavoro di ricostruzione del Mönchengladbach.
La Faz riporta così le sue dichiarazioni:
“Voglio solo andarmene, semplicemente non voglio avere niente a che fare con il calcio, non voglio avere niente a che fare con voi giornalisti. Sono stanco, sono esausto. Sto finendo quella che era la mia vita. Sto finendo qualcosa che mi ha dato molta gioia e divertimento perché il calcio è la mia vita, perché il calcio è la mia gioia. Posso capire le persone che si chiedono come io possa farlo adesso. Ma non si tratta di calcio in questo momento, si tratta della persona. Probabilmente è stata di gran lunga la conferenza stampa più difficile che ho dovuto tenere da quando mi è stato permesso di essere direttore sportivo”.
Il vicepresidente del club, l’ex calciatore Rainer Bonhof, ha detto: «Non è stato possibile trattenerlo a causa delle sue condizioni di salute. Sono molto triste».