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Dotto: Spalletti non è un mangiacapitani, i club gli lasciano la patata bollente perché temono i tifosi 

Sul CorSport. Icardi, Totti, ora Insigne. Le società li considerano zavorre di cui liberarsi. Il tecnico prova a mediare, ma sono situazioni preesistenti

Dotto: Spalletti non è un mangiacapitani, i club gli lasciano la patata bollente perché temono i tifosi 
Mg Reggio Emilia 01/12/2021 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Totti, Icardi, Spalletti. Ma è troppo facile identificare Spalletti come mangiacapitani, scrive Giancarlo Dotto sul Corriere dello Sport. Si tratta di una forzatura e dunque di un’impostura.

“Sono altri i denominatori comuni, altro che Spalletti. Il primo. Totti, Icardi e Insigne, diventano, per motivi diversi, un problema per le rispettive società. Una zavorra di cui liberarsi. Roma, Inter e Napoli non trovano più cosa buona e giusta (eufemismo) prolungare la storia dei tre e della loro fascia. Il ruolo di Spalletti? Non facile. Nessuna delle tre società prende posizione chiara, temono le reazioni della piazza e lasciano all’allenatore la bollentissima patata. L’uomo di Certaldo prova a mediare, magari non sempre con totale convinzione, anche perché i tre fanno di tutto ogni volta per indurlo a non stare dalla loro parte”.

Dotto si sofferma su tutte e tre le storie. Su Insigne scrive:

“La storia di capitan Insigne deflagra in questi giorni, ma preesiste a Lucio Spalletti. Prescinde da lui. Spalletti si trova davanti il fatto compiuto: un presidente e un giocatore che non vogliono più saperne l’uno dell’altro. Di brutto. Prova a mediare, ma è come svuotare il mare con un secchiello bucato”.

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