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50 anni fa Borg e Evert vinsero al Roland Garros col rovescio a due mani, e fu rivoluzione (New York Times)

“Entrambi erano introversi per natura e imperturbabili in campo. Loro, insieme a Connors, crearono nuove generazioni di giocatori da terra”

50 anni fa Borg e Evert vinsero al Roland Garros col rovescio a due mani, e fu rivoluzione (New York Times)
Sweden's tennis player Bjorn Borg hits a forehand in his match against Italian Corado Barazzutti here 4 june 1980 durng the Men's French Open quarter finals at Roland Garros Stadium. (Photo by GABRIEL DUVAL / AFP)

Quando Chris Evert arrivò a Parigi per gli Open di Francia del 1973, aveva 18 anni ed era al suo secondo viaggio fuori dagli Stati Uniti. Philippe Chatrier, allora presidente della Federazione francese di tennis, portò lei e sua madre, Colette, a Le Lido, il leggendario teatro burlesque sugli Champs-Élysées. “Ci portò a cena, ed era una discoteca con donne seminude”, raccontava Evert. Invece Bjorn Borg c’era già stato a Parigi e nel 1974 avrebbe festeggiato la prima vittoria al Roland Garros con una cena privata sulla Torre Eiffel. È passato mezzo secolo. Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della loro prima vittoria a Parigi. E il New York Times ricorda la ricorrenza con un pezzo dedicato ai due campioni che di fatto hanno rivoluzionato il tennis moderno, imponendo la moda del rovescio a due mani.

Evert avrebbe poi vinto altri 18 titoli Slam in singolare, tra cui sette agli Open di Francia. Borg vinse sei volte a Parigi, dal 1974 al 1981. Borg ricorda la sua prima finale vinta contro Manuel Orantes 2-6, 6-7 (4), 6-0, 6-1, 6-1. Evert non perse nemmeno un set nel cammino verso il titolo, con un 6-1 6-2 in finale sulla sua amica e compagna di doppio Olga Morozova.

“Evert e Borg – scrive il Nyt – possedevano somiglianze tangibili. Entrambi erano introversi per natura e, per la maggior parte, imperturbabili in campo. Loro, insieme a Jimmy Connors, colpivano con il rovescio a due mani, generando generazioni di nuovi giocatori con colpi da terra.

“Penso che abbiamo presentato al mondo il modo in cui giocavamo“, ha detto Borg. “A me e Chrissie piaceva giocare dal fondo campo. Avevamo rovesci a due mani e non molti giocatori lo facevano”.

“A Parigi erano un po’ indietro rispetto ai tempi in cui si trattava di uguaglianza e liberazione delle donne e di celebrare le atlete”, ha detto Evert. “Bjorn era come una rock star, come uno dei Beatles. Doveva avere delle guardie di sicurezza intorno a lui. Le ragazze urlavano, piangevano e cercavano di afferrarlo. Non avevo mai visto nessuno idolatrato come lui. Ad oggi penso che sia ancora la più grande stella che il tennis abbia mai avuto”.

“La mia vera eredità è stata quella di coinvolgere le ragazze nel gioco del tennis. Bjorn e io siamo stati i primi adolescenti ad avere successo. E abbiamo portato al gioco una nuova generazione di ragazzi”.

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