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De Laurentiis su Conte: «Decisivi i prossimi dieci giorni, bisogna essere equi e non tifosi» VIDEO

Il presidente: «Parlerò dopo tutte le opportune necessarie e obiettive valutazioni in cui deve vincere l’equità del ragionamento e non il tifo»

De Laurentiis su Conte: «Decisivi i prossimi dieci giorni, bisogna essere equi e non tifosi» VIDEO
Gc Milano 28/07/2010 - presentazione calendari serie A stagione 2010-2011 / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

De Laurentiis su Conte: «Decisivi i prossimi dieci giorni, bisogna essere equi e non tifosi».

«Ora non posso parlare. I prossimi dieci giorni saranno decisivi, dopo tutte le opportune necessarie obiettive valutazioni in cui deve vincere l’equità del ragionamento e non il tifo».

De Laurentiis: «L’Italia non è un Paese razzista, nel caso di Juan Jesus a volte bisogna passarci sopra».

L’intervento di De Laurentiis al convegno sul razzismo.

De Laurentiis: «L’Italia non è un Paese razzista, anzi è un paese dell’accoglienza, lo abbiamo visto con tutti i migranti che sono arrivati. Nel 2018 uscì il film Green book che è la storia di un pianista di colore che nel 1962 attraversava l’America per una serie di concerti da solista, accompagnato da un italoamericano il quale tocca con mano l’intolleranza degli americani veramente razzisti nei confronti delle persone di colore. Non gli permettevano di pranzare nella stessa sala dove si sarebbe tenuto il concerto, né di andare nel bagno dell’albergo ma in una latrina pubblica incredibilmente disastrata. Percorso al contrario che bonifica l’anima dell’italo americano che vede che cos’è il razzismo nel proprio paese d’adozione

È un paese dove esistono focolai di intolleranza verso la diversità, che può essere il colore della pelle, le religioni, la sessualità, la bisessualtà. La religione è un bisogno dell’uomo stesso, va rispettata e invece viene strumentalizzata. In Italia si dibatte troppo, non è il paese del fare altrimenti avrebbe impronta troppa destrorsa.  Si dilatano nel tempo soluzioni che sarebbero facilissime da attuare. Atti che sono figli di insoddisfazioni personali. Anche l’episodio di Juan Jesus e di un altro calciatore è figlio di frustrazioni verso cui bisosnerebbe applicare il principio dell’accoglienza. Vabbè è successo, passiamoci sopra, bisogna anche accondiscendere a certi sgarbi che uno deve subire in nome della libertà e dell’assoluta trasparenza».

Il professor Trombetti: «Il sistema calcio ha difeso Acerbi, è la cosa più squallida che è accaduta. Quando si sono schierati, non si è avuta moto di indignazione. Il Paese non è razzista ma è pagnottista e va con chi comanda, con chi ha le risorse. se la Federazione si schiera, se il ct della Nazionale va in quella direzione, allora le persone li seguono».

De Laurentiis: «C’è stato l’anniversario della morte di Falcone, abbiamo visto il doppio Stato. E quindi?»

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