Dirigenti convinti della loro impunità e quindi scatenati, soprattutto dopo che i giudici stabilirono che era impossibile quantificare il valore di un giocatore
Il Fatto quotidiano ricorda giustamente che tutti sapevano. Che le plusvalenze ammontano
a circa 700 milioni l’anno, il 20% in media del fatturato dei club. Tutti sapevano tutto. E nessuno ha fatto nulla.
Ricorda i casi di Chievo e Cesena.
Era successo ad esempio nell’estate 2018, quando la Procura Figc allora diretta da Giuseppe Pecoraro aveva portato in tribunale Chievo Verona e Cesena: un’autentica montagna che aveva partorito un topolino, appena 3 punti di penalizzazione agli scaligeri (nulla ai romagnoli già falliti). Perché, sancirono i giudici, era di fatto impossibile quantificare il valore di un giocatore, legato al mercato, e quindi dimostrare l’illecito. Quella sembrava la pietra tombale sulla possibilità di punire le plusvalenze. E infatti dopo la sentenza da “liberi tutti” i dirigenti della Serie A si sono letteralmente scatenati, convinti della loro impunità.
Il Fatto ricorda che qualcosa è cambiato grazie alla Covisoc (l’organo di controllo) ma la stessa Covisoc
recentemente è stato piuttosto svilita dalla scelta della Federazione di sospendere le verifiche sui conti dei club per il Covid.
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