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Orsato e il rigore per la Roma confermano che c’è bisogno che l’arbitro parli

Tra la decisione sul rigore e lo scambio con Cristante, non sappiamo in base a quali criteri Orsato ha preso le sue decisioni. Il nuovo corso arbitrale, di fatto, non è partito

Orsato e il rigore per la Roma confermano che c’è bisogno che l’arbitro parli
Db Torino 17/10/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Daniele Orsato

L’operato di Daniele Orsato è finito di nuovo nell’occhio del ciclone, dopo la direzione sbiadita di Juventus-Roma. E dire che l’origine delle polemiche non scaturisce, o perlomeno non dovrebbe, dalla decisione tecnica assunta nel caso più scottante della partita. Il rigore concesso ai giallorossi al 41’ è oggetto di discussione.

Dopo l’intervento in scivolata di Danilo su Abraham, di per sé al limite, Szczesny esce su Mkhitaryan che lo anticipa alzando il pallone. Il portiere a sua volta solleva troppo la gamba e finisce per sgambettare l’armeno, che in caduta tocca il pallone con un braccio. Questo finisce sui piedi di Abraham, che lo ribadisce in rete, ma pochi istanti prima Orsato ha già fischiato il calcio di rigore in favore della Roma. Nel frattempo, l’assistente solleva la bandierina per segnalare il fuorigioco. Ciò mette in moto Nasca e Costanzo al VAR che analizzano l’azione, smentiscono l’offside e avallano la scelta del rigore. Che è giusta e condivisibile, ma è tutto il contorno a fare clamore.

Orsato ha fischiato prima di vedere conclusa l’azione. Tutti sono concordi nell’indicare che è un errore, perché come da regolamento avrebbe dovuto attendere il concretizzarsi o meno di una chiara occasione da rete com’era quella della fattispecie. Tuttavia, nessuno crede troppo che abbia colto il tocco di mano di Mkhitaryan, che guarda il pallone e muove il braccio proprio in quella direzione: essendo un tocco volontario – difficile sostenere il contrario, a parere di chi scrive – chiaramente non ci sarebbe stato nessun vantaggio da concedere. A conferma della prima ipotesi ci sono proprio le parole di Orsato, beccato all’intervallo a conversare con Cristante, dicendogli che “il vantaggio sul rigore non si dà mai”. Un’esternazione che provoca altre domande: Orsato si è confuso sul regolamento o ha preferito dare questa spiegazione al giocatore per non minare la propria autorevolezza in vista del secondo tempo?

Questo è un interrogativo destinato a rimanere insoluto, perché nonostante il nuovo corso dell’Aia di Alfredo Trentalange abbia sempre incoraggiato l’ideale della trasparenza, puntualmente nei casi delicati non c’è mai il confronto atteso. Abbiamo visto arbitri fare comparsate televisive di scarso interesse attuale (proprio Orsato), mentre ci sarebbe bisogno di una spiegazione tempestiva per mettere subito a tacere l’impeto del complotto in tv e sui social e magari, talvolta, ascoltare con amara soddisfazione l’ammissione di un errore da parte di un arbitro. Per giunta a margine di una decisione, va ribadito, corretta anche se quasi casuale.

C’è chi infatti pur di contrastare l’operato di Orsato ha sostenuto che avrebbe dovuto concedere il gol, poi una volta richiamato al Var avrebbe dovuto concedere il rigore. Una tesi che non ha molto fondamento né in termini regolamentari né nell’indirizzo della politica normativa che lascia all’arbitro il ruolo principale nelle decisioni. La reale imprecisione, da un punto di vista tecnico, è al momento della battuta di Veretout: Chiellini parte prima di tutti e guadagna un vantaggio tale da anticipare El Shaarawy pronto ad avventarsi sulla respinta di Szczesny. Il rigore era dunque da far ripetere.

Ma, come spesso accade in questioni del genere, ci si trova a parlare a posteriori. Ed è un problema che continuerà a ripresentarsi, finché non ci sarà un vero cambiamento, che permetterà agli arbitri di chiarire le proprie scelte senza necessariamente consegnarli alla gogna. Non sarà un compito facile trovare una soluzione funzionale, ma la necessità che si raggiunga non è mai stata avvertita in modo così forte.

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