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Napoli-Spartak è stato un viaggio nel futuro (per non viverlo mai)

Lassù qualcuno ama il Napoli e ha dato agli azzurri l’opportunità di cambiare il destino. Mostrandoci cosa sarebbe di noi se cominciassimo a giocare con sufficienza e perdessimo di vista l’obiettivo

Napoli-Spartak è stato un viaggio nel futuro (per non viverlo mai)

Napoli-Spartak Mosca è stata una grande opportunità. Un esperimento fantascientifico molto probabilmente voluto da entità che hanno a cuore il destino della squadra azzurra.

Napoli-Spartak Mosca è stato il contrario del flashback. È stato uno squarcio nel futuro. Ricordate Sliding doors? Ecco, ci hanno mostrato il bivio peggiore, quello dalle conseguenze più sgradite. Ci hanno regalato la possibilità di guardare come potremmo diventare, in modo da porre rimedi. E poiché la condizione del Napoli è ampiamente positiva, non si tratta neanche di realizzare chissà quali lavori di ristrutturazione. Solo di prendere coscienza che basta poco per distrarsi e prendere tre gol.

È stato un esperimento per tutti. Per lo stesso Spalletti che improvvisamente a fine partita ha mostrato quel che dal primo giorno tutti si sarebbero aspettati da lui: la reazione nervosa nei confronti degli avversari. Diciamolo, non è stata una scena carina. Uno come lui, che ha resistito come un lord inglese alle basse provocazioni di Allegri, è caduto nel tranello in maniera sorprendente. Il regista spaziale ha voluto lanciare un campanellino d’allarme anche al tecnico: basta poco a smarrire l’aplomb. Che fortuna aver potuto vedere tutto in anticipo.

E vale anche per altro. Il Napoli si è trovato nei guai non tanto o non solo perché Mario Rui si è fatto espellere. Soprattutto perché a un certo punto – dopo aver segnato dopo 12 secondi – la squadra ha dimenticato lo scopo del gioco: fare gol. Ha pensato che mai e poi mai gli avversari si sarebbero resi pericolosi e hanno giocato per divertirsi: il gol non era più contemplato. Lo sport è zeppo di situazioni del genere. Non basterebbe un libro per ricordarle. È quando credi che non correrai alcun pericolo, che comincia la tua fine. E anche in questo gli alieni hanno mostrato al Napoli cosa vivremo il giorno in cui dovessimo dimenticare perché siamo in undici contro undici con un pallone e due porte.

E ancora. In fin dei conti il Napoli ha chiuso il primo tempo in vantaggio di un gol. Sì, siamo rimasti in dieci uomini ma non contro il City di Guardiola che fa girare la palla a ritmi vertiginosi e ti lascia senza fiato. Se non fossimo stati sorpresi dal mutato quadro, non saremmo andati in ansia. Siamo certi che se la giocassimo altre dieci volte in dieci uomini, almeno nel 50% delle occasioni non subiremmo reti.

È come se il Napoli si fosse sentito improvvisamente catapultato in un’altra dimensione. Ha potuto guardare cosa sarebbe di sé nel caso in cui si lasciasse andare al narcisismo. È stato un giochino. Perfettamente riuscito, va detto. Lassù, lontano, qualcuno ama il Napoli.

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