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Applichiamo Koulibaly alla vita

Lo schema del gol su punizione andrebbe applicato anche qui a Venezia quando arriva il vaporetto pienissimo

Applichiamo Koulibaly alla vita
Napoli 11/09/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Juventus / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: esultanza gol Kalidou Koulibaly

Il colpo di testa di Osimhen di giovedì scorso è ancora nell’aria, come se il calciatore non fosse mai sceso da lassù, la palla che entra e noi con lui che non scendiamo. Tutti giovedì abbiamo staccato l’ombra da terra, come nel capolavoro di Daniele Del Giudice, e siamo rimasti lassù a esultare un po’ più del necessario, ma in silenzio, con lo stupore di chi osserva una cosa che ascende. E che segna.

Giovedì sera a Leicester abbiamo capito di avere una squadra, che va a giocare una competizione europea così come la si gioca: provando a vincere, rischiando di perdere, con la voglia di giocare a pallone e di proseguire, perché le coppe sono belle.

Dopo la prima giornata avevo suggerito alla Lega calcio di applicare la scivolata di Koulibaly a tutto il campionato, in seguito avevo suggerito di applicarci Koulibaly per intero, dopo ieri sera, io credo (non ho motivo di dubitare di questo) che bisogna applicare Koulibaly, il suo gioco, alla vita in generale. Pensiamoci. In ogni caso, in attesa della regola affermiamo: Beati coloro che hanno Koulibaly a Fantacalcio perché di questi sarà il regno dei cieli. Regno dei cieli da spartire con i colpi di testa di Osimhen (vedi al paragrafo 1).

Anguissa, parliamone. Ma quanto è forte questo, talmente forte da rendere addirittura imbarazzante il paragone con Bakayoko. Nel giudicare quest’ultimo, eravamo stati addirittura generosi. Il colpo di testa del nostro numero 99 meritava il gol.

Ieri sera a Udine un dominio totale, l’Udinese mi è parsa inconsistente ma solo perché il Napoli l’ha resa così. Mi sono piaciuti tutti i calciatori azzurri, compresi i cambi, vedi alla voce Lozano.

Quando per un anno e mezzo mi si diceva: perché ce l’hai così tanto con Gattuso? Mi si faceva la domanda sbagliata, non ce l’avevo con lui. Non capivo cosa ci facesse un incapace – palesemente incapace – sulla panchina del Napoli. Ora comprendo che dovevamopagare pegno, dovevamo passare tra le mani incompetenti di Ringhio, per apprezzare il buono che c’era stato, da Mazzarri in avanti, e quello che sarebbe arrivato dopo: Luciano Spalletti, ovvero un allenatore, un allenatore molto bravo. Evviva. Quest’estate, durante il più strano calciomercato di sempre, in cui si spostava un allenatore al giorno, commentavamo con Massimiliano Gallo il possibile arrivo di Spalletti, entrambi concordavano sul fatto che fosse molto bravo, e mi ricordo d’avergli detto: “Mi è solo un po’ antipatico”, poi mi sono fermato e ho aggiunto: “Massimilià, ma che ce ne importa, non sono tutti quanti antipatici prima o dopo?”. Infatti, evviva Spalletti e adesso davvero benvenuto.

Un momento bellissimo di ieri sera: ho visto Petagna, dico Petagna, andare a pressare il portiere dell’Udinese con uno scatto rapido rapido. Ora Petagna non è veloce, ma la voglia viene, e forse dal ragazzino con la maglia numero 9 si impara.

Non dobbiamo dimenticare di parlare del secondo gol, siamo oltre la playstation. Quando ho visto la sequenza: Insigne – Fabian Koulibaly – Rrahmani (sto imparando come si scrive, buon segno), ho pensato che la si potesse usare qui a Venezia, alle fermate dei vaporetti. Ecco come. Arriva il vaporetto, pienissimo, tu vorresti salire (Insigne), chiedi ai turisti che stanno davanti all’entrata della barca (barriera) di venire avanti, ti sposti sulla destra (Fabian), loro scendono un attimo, fai un cenno al marinaio (Koulibaly) che ti lascia salire, tu entri e lui chiude l’accesso ai turisti (Rrahmani).

Sul 2-0 ho bevuto una tisana, era tutto tranquillo, sereno, bello. La tisana mi avviava già alla Sampdoria. Spalletti dice “Essere noi è bellissimo”, non lo so, so che in certe sere essere noi è divertente, molto divertente.

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