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Harvey Keitel: «Scorsese mi scelse grazie a un’improvvisazione. Per lui recitai gratis»

Intervista al Corriere: «Mi fece andare in una stanza buia con un tizio seduto che mi rispose bruscamente. Ci fu una mezza litigata poi sentii ‘Stop’!»

Harvey Keitel: «Scorsese mi scelse grazie a un’improvvisazione. Per lui recitai gratis»

Il Corriere della Sera intervista Harvey Keitel. L’attore, oggi 82enne, ha una parte nel film di Davide Ferrario «Blood on the crown». Interpreta il governatore inglese di Malta incapace di frenare i moti che nel giugno 1919 portarono all’indipendenza. Racconta alcuni episodi della sua carriera. A partire dai personaggi interpretati, quasi sempre nevrotici, violenti e inquieti.

«Gli attori devono avere affinità col personaggio, devono credere in lui, l’obiettivo è che sia vicino alla vita reale. Mi sono capitate brave persone che fanno cose cattive e viceversa, il cinema tira fuori la complessità della vita».

Per Scorsese, dice, recitò gratis.

«Eravamo molto giovani. Martin stava cercando giovani attori disposti a recitare gratis, perciò girava solo nel week-end visto che per sopravvivere facevamo vari lavoretti, camerieri, lavapiatti… Era il suo primo film, Chi sta bussando alla mia porta. Era il 1967, io avevo 28 anni».

Racconta come ottenne la parte:

«Al provino finale Martin mi dice di andare in fondo a un corridoio, in una stanza buia e vuota con un tizio seduto. Lo saluto, quello mi risponde bruscamente, c’è una mezza litigata, ci mandiamo a quel paese. Si sente una voce: stop. Era Martin che mi dice, questa era un’improvvisazione. Gli rispondo che sarebbe stata una buona idea se me lo avesse detto prima».

Sull’incontro con De Niro:

«Eravamo entrambi all’Actor’s Studio, non sapevo niente di lui ma ho pensato subito che fosse un attore incredibile. Eravamo nell’atrio fuori dalle aule, ci presentò l’attrice Mary Anisi. Ciao, ciao. Ci guardammo e esclamammo: eh ah, oh. Nessuna parola, solo grugniti che poi si trasformarono in smorfie. Cominciammo a ridere. Poi ci siamo ritrovati in Mean Streets e Taxi Driver di Scorsese»

Keitel è uno dei pochi attori che ha recitato nudo.

«Fatemi chiarire questo punto, gli attori non sono spogliarellisti, raccontiamo una storia al meglio della nostra abilità e coscienza. Se il nudo è giustificato, ci sta».

Ha avuto una parte anche in «Youth», di Paolo Sorrentino.

«La malinconia dell’età e il rimpianto della giovinezza. Sono grato di averla avuta, e dei miei amici di Brooklyn. Non sono grato della morte che prima o poi approccerò».

 

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