Al Corriere: «La mia più grande fesseria? Lasciare la carriera per seguire Borg in Svezia. Con tv e internet il pubblico si è assuefatto a qualsiasi cosa»
Il Corriere della Sera intervista Loredana Bertè. La cantante racconta se stessa, le sue origini musicali, la musica che la condizionò, all’inizio della sua carriera.
«I Ramones che vidi suonare in un bar in America. E Janis Joplin che mia sorella Mimì metteva dalla mattina alla sera: usufruivo dei suoi dischi preferiti».
Nel singolo che ha presentato a Sanremo, «Figlia di…» scrive di aver fatto invidia e pena. La Bertè spiega:
«Alcune fesserie le ho fatte. Sono state discutibili. La più grande è stata lasciare la mia carriera per seguire Björn Borg in Svezia. Credevo di farmi una famiglia ma non è andata così».
Da sempre famosa per le sue provocazioni, lamenta che oggi il pubblico si è assuefatto.
«Oggi la vera trasgressione è la “normalità”… Il problema è anche il pubblico: con tv e internet ormai si è assuefatto a qualsiasi cosa, per quanto estrema possa essere».
C’è stato un momento della carriera in cui ha pensato di mollare? Le chiedono. Risponde:
«Quando è venuta a mancare Mimì nel 1995. Mi sono chiusa in casa a fissare il soffitto per 2 anni. Poi ho incanalato tutto quel dolore sempre e comunque nella musica».
Tra le sue collaborazioni internazionali, anche quella con Andy Warhol. Racconta come si conobbero.
«Era convinto che facessi la barista da Fiorucci. Ero la madrina del marchio che si apriva al mondo. Nello store di New York passò Warhol, chiese un cappuccino e glielo feci. E lo stesso nei giorni seguenti. Una volta il manager del negozio disse: “Vi conoscete? Lei è una cantante italiana rock e sapessi come cucina…”. Fu così che Warhol mi chiamò per preparare una cena di lavoro, voleva cucina italiana. Andai a fare la spesa, comprai pure lo scolapasta, e alla Factory, in mezzo ai suoi Campbell’s Soup, preparai gli spaghetti. Feci un patto con lui: per 6 mesi gli ho fatto da cuoca, mi chiamavano “pasta queen”, e in cambio ricavai il video di “Movie” e la copertina di “Made in Italy”. Gratis».