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Vespa: “Non tornerei a dirigere il Tg1. Con l’intervista a Saddam Hussein divenni il baluardo della sinistra”

A La Stampa: “Berlusconi voleva candidarmi al Colle, ma è una cosa fuori dal mondo. Wojtyla fu sparato perché diede la spallata decisiva per la caduta del Muro”

Vespa: “Non tornerei a dirigere il Tg1. Con l’intervista a Saddam Hussein divenni il baluardo della sinistra”

Bruno Vespa, giornalista Rai e scrittore, ha rilasciato un’intervista a La Stampa di cui si riporta un estratto.

È bellissimo essere direttore del Tg1 ma non lo rifarei, si perde un’infinità di tempo in questioni burocratiche e sindacali. Pensi che non volevo neppure fare l’intervista a Saddam Hussein, ma lui chiese il direttore o nessun altro. Fu un’intervista fatta a dispetto del nostro Governo che non voleva andasse in onda. Io mi impuntai e da lì divenni il baluardo della libertà e della sinistra…

È appena uscito il suo libro “Quirinale, dodici presidenti tra pubblico e privato”». Quale è stato il suo presidente d’elezione e il meno gradito?

Cossiga, dopo scontri pubblici pazzeschi. Gli dissi che non lo querelavo unicamente per rispetto alla carica. Da lì nacque una grande amicizia. Quello che mi piacque meno fu Scalfaro, non si comportò bene con Berlusconi, che sentiva come un corpo estraneo.

A proposito di Berlusconi, è vero che avrebbe detto a Renzi di aver candidato lei al Colle?

Me lo ha detto Renzi e non ho motivo per dubitare. Ovviamente è una cosa fuori dal mondo, come gli ha risposto Renzi stesso.

Wojtyla diede la spallata definitiva per la caduta del Muro di Berlino, perciò pensarono bene di sparargli.

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