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La Cina ha comprato club europei per acquisire know-how, il piano è diventare una potenza calcistica

Il libro “Calcio & Geopolitica” rivela che Milan e Inter rientrano in una strategia politica di Xi. Acquisire l’expertise per poi portarlo in Cina

La Cina ha comprato club europei per acquisire know-how, il piano è diventare una potenza calcistica

Pubblichiamo un estratto sul calcio cinese tratto dal libro “Calcio & Geopolitica” – Come e perché i Paesi e le potenze usano il calcio per i loro interessi geopolitici. Di Narcis Pallarès Domènech, Alessio Postiglione, Valerio Mancini.

La strategia cinese nella geopolitica del calcio

Da quando Xi Jinping è salito alla guida del Partito comunista cinese nel 2012, egli ha stabilito i nuovi obiettivi strategici fino all’anno 2049, data del centenario della fondazione della Repubblica Popolare. Oltre alla costruzione di una società con un benessere moderato, obiettivo di medio termine, secondo Xi, per l’anno 2020, la Cina ha l’ambizione di diventare la potenza dominatrice dell’Asia. Obiettivo di fondo è avere un rapporto alla pari con gli USA nelle questioni degli affari globali, ma c’è da
ritenere che molti, a Pechino, desidererebbero addirittura superare Washington come prima potenza mondiale. Per portare avanti
questo ambizioso piano, la Cina ha sviluppato delle strategie a diversi livelli, e una di queste è un piano strategico di sviluppo di medio e lungo termine del calcio cinese nel periodo 2016-2050, una vera e propria road map con obiettivi concreti.

2016-2020: realizzare 20mila scuole calcio, con 30 milioni di praticanti del calcio tra gli alunni e 50 milioni di praticanti tra tutta la popolazione. La costruzione di 70mila campi da calcio in tutto il Paese, in modo che ci siano 0,5-0,7 campi liberi per ogni 10mila persone.

2021-2030: realizzare un supremo livello dell’organizzazione e la competitività del campionato calcistico nazionale; la Nazionale maschile deve entrare nei primi posti della graduatoria in Asia, quella femminile deve ritornare ad una squadra di primo livello in ambito mondiale. Ogni 10mila cinesi devono poter usufruire di un campo da calcio libero.

2031-2050: la Cina dovrà diventare una super potenza, il calcio sarà diffusissimo in tutto il Paese.

Un investimento straordinario, consapevoli della natura di soft power del calcio, che porterà l’intero settore cinese a valere 5.000
miliardi di RMB entro il 2025, cioè 638 miliardi di euro. Come racconta l’analista e studioso di geopolitica cinese Giorgio Cuscito, il presidente Xi è un noto appassionato di calcio e aveva già in mente un piano per il pallone cinese prima di arrivare al potere.  Nel 2011, aveva espresso i suoi desideri calcistici per la Cina; classificarsi per una fase finale della Coppa del Mondo, ospitare un mondiale di calcio e vincere la Coppa del Mondo. Ma i movimenti tattici della strategia cinese nel mondo del calcio iniziano ancor prima di Xi, in spazi ancora fertili per esordire come potenza, come è il caso del calcio femminile.

“Calcio & geopolitica. Come e perché i paesi e le potenze usano il calcio per i loro interessi geopolitici globali”, Edizioni mondo nuovo

La Cina ospita la prima Coppa del Mondo femminile nel 1991, alla fine dell’epoca del presidente Deng Xiaoping, dove partecipò anche senza problemi di carattere diplomatico la nazionale di Taiwan. Il torneo fu vinto dagli Stati Uniti, che sono la prima potenza mondiale del calcio femminile. La squadra femminile cinese può vantare sette partecipazioni agli otto campionati del mondo, con un albo d’oro considerevole rispetto alla sua omologa maschile. Nel 1996, sono medaglia di argento nei Giochi Olimpici di Atlanta, perdendo la finale contro gli USA, il Paese ospitante. Una finale Cina-Usa si ripeterà nella terza edizione della Coppa del Mondo USA ‘99. La Cina arriva in finale e fu ancora una volta sconfitta dalle nordamericane, che vincono la loro seconda Coppa del Mondo.

La squadra maschile si è qualificata per la prima e unica volta in una Coppa del Mondo in Corea-Giappone del 2002, ma con una partecipazione nefasta, dove oltre a perdere tutte le partite non sono riusciti a segnare manco un gol. Di fronte a questo scenario, dove la Cina non potrà diventare una potenza calcistica a breve termine, il governo di Xi ha deciso di rilanciare il calcio cinese con dei metodi diversi, per raggiungere lo scopo di avere una super nazionale entro il 2050, sempre con il centenario delle fondazione della RPC di sfondo. Con l’obiettivo di ospitare una Coppa del Mondo maschile, Pechino ha trovato una scorciatoia; ospitare, sempre Covid-19 permettendo, il nuovo formato della Coppa del Mondo per Club delle Fifa, che si è trasformato in una competizione a 24 squadre per il 2021, e che potrebbe diventare una delle competizioni globali di calcio alla pari dei mondiali.

Per potenziare la nazionale maschile, che in termini di proiezione di potenza calcistica è il calcio che conta, nella realpolitik del mondo del pallone, ha deciso di trovare anche un’altra scorciatoia per agevolare questa crescita: la nazionalizzazione di calciatori di talento. La Cina non solo prevede di usare gli antenati, caso capitato alla nazionale italiana più di una volta, come nel caso del calciatori Mauro Camoranesi, nato in Argentina, ma campione del  mondo con l’Italia nel 2006, o dell’italo brasiliano Thiago Motta, nato nello Stato di Sao Paolo nel Brasile, medaglia di argento negli europei con l’Italia nel 2012. La Cina è disposta ad usare anche la naturalizzazione.

In questo ambito, già esiste un esempio notevole: il calciatore brasiliano Elekson Oliveira Cardoso, nato a Coelho Neto nello Stato di Maranhão, e calciatore della squadra Guangzhou Evergrande Taobao, allenata da Fabio Cannavaro, gioca con la nazionale cinese. Questa nuova strada potrebbe diventare un game changer calcistico pari al caso Bosman del 1995, che ha rivoluzionato la geopolitica del calcio europeo. In questo caso, toccherà alla Fifa gestire questa nuova sfida diplomatica che potrebbe capovolgere il futuro dei campionati mondiali di calcio.

Oltre al desiderio dei futuri successi della nazionale di calcio, il piano di Xi ha anche una declinazione geoeconomica. Il calcio diventa uno strumento tramite il quale controllare alcune società calcistiche di Paesi esteri. Club di alto livello, provenienti dai più importanti campionati europei come Spagna, Inghilterra, Francia o Italia hanno capitale cinese. In Spagna, squadre come il Granada e l’Espanyol de Barcelona sono già di proprietà degli investitori cinesi e, in Italia, abbiamo il Milan e l’Inter. Questo piano ha una funzionalità tattica che reca con sé, senza dubbio, un fine strategico che coincide con l’acquisire l’expertise e il know how nei campionati più importanti del mondo per portarli in Cina e fare diventare la Super Lega cinese un campionato vero, a livello calcistico e competitivo, pari a quelli europei. Nel campionato nazionale cinese, nonostante si tratti di un Paese socialista, le squadre di calcio sono molto legate alle grandi aziende che, oltre ai propri affari coltivano anche interessi calcistici. Si tratta di imprese che stanno investendo grandi cifre nell’acquisto di calciatori e allenatori stranieri di primo livello per aumentare la competitività della Super Lega.

A questo scopo, il piano strategico interno della Federazione cinese di calcio, con il pieno sostegno del governo, prevedeva già nel 2016 che circa cinquanta milioni di bambini e adulti praticassero il calcio entro il 2020. Secondo la Bbc132, le infrastrutture dovevano aumentare fino a raggiungere un livello di almeno 20.000 centri di formazione e 70.000 campi di calcio, in modo che entro il 2030 ci sarebbe stato un campo per ogni 10.000 abitanti. L’investimento complessivo ha previsto 800.000 milioni dollari solo per sviluppare il calcio di base, sempre per portare la Super Lega cinese ai livelli di Spagna e Inghilterra.

La Cina di Xi, sempre più potente e influente a livello diplomatico, potrebbe raggiungere il desiderio del Presidente di ospitare entro il 2049 un Mondiale di calcio. Senza però un calcio interno forte, di alto livello e competitivo, l’altro desiderio del presidente Xi, quello di vincere la Coppa del Mondo, per la Cina resterà sempre un traguardo impossibile.

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