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Attento Mourinho, Roma potrebbe trattarti come il marziano di Flaiano

Bentornato in questo mondo di Paratici e Lotito, ammanèttati ancora. Ma non so se stavolta ti troverai bene

Attento Mourinho, Roma potrebbe trattarti come il marziano di Flaiano

Alè José Mourinho, tosto e sanguigno, attore non mimo. Bentornato in questo mondo di Paratici e Lotito, di Andrea Agnelli che, non essendo più in età per i giocattoli Lego, voleva confezionare un giocattolone chiamato Superlega, questo nostro mondo senza più Allegri e allegria, indebitato sino all’osso del collo, ma paga Cristiano 31 milioni l’anno, il pallone italiano sbattuto fuori da tutte le Coppe e da ogni Mondiale, questo pallone gonfiato che non tira più perché, tra concavi e convessi, a crederci non ci sono più i fessi, e il bla-bla-bla dei soliti ignoti continua, sui giornali e in tv, per magnificare il nulla e a dir le sue virtù non basta neanche il Var. Siamo a zero tituli, gran figlio di Setubal.

Sei cambiato, Mou, lo so che sei cambiato. Non si può essere irritante, scontroso, special one, faccia tosta, motivatore e provocatore per tutta la vita. E, accidenti, c’è il pericolo che Roma faccia con te come col marziano Kunt di Flaiano, un grande scalpore all’inizio, poi l’assuefazione e la beffa finale. Roma non è Milano.

Intanto, hai 58 anni e non più i 45 di quando arrivasti alla Pinetina e non c’erano ancora i cinesi. È cambiata anche l’Italia, caro Mou, tra Fedez e Ferragni la sola immortale è Maria De Filippi. C’è ancora Nadal al Foro Italico. Non c’è più Alfano e c’è Di Maio (Di Maio in peggio? non so). Satira e ironia sono calate. Crozza si è allontanato su canali di periferia e abbiamo avute infelicissime sere con Pio e Amedeo. Non so, Mou, se ti troverai bene in questo nostro nuovo mondo in cui non brillano più neanche cinque stelle.

Nella tua prima volta italiana abitavi su quel ramo del lago di Como, tra Como e Cernobbio, la grande villa che l’Inter prese in fitto per te dall’industriale della seta Antonio Ratti, con piscina, campi da tennis, una serra, l’eliporto. Dove ti sistemi, ora? Ai Parioli o a Trastevere? Magari all’Olgiata, dove viveva Jeppson e oggi ci vive Zoff, un quartiere esclusivo con un club esclusivo.

Il divertimento è finito. Te lo ricordi Pietruzzo Lo Monaco, amministratore delegato di un bel Catania? “Lo Monaco, chi? Io conosco Bayern Monaco, Monaco di Montecarlo, monaco tibetano, il gran premio di Monaco. L’Adidas mi paga per parlare. Se questo Lo Monaco vuole andare in prima pagina, sappia che non faccio pubblicità gratis. Parlando di me, si è trovato sulla Cnn. Ci avrebbe mai sperato?”. Lui disse che ti saresti meritata una bastonata sui denti, poi si corresse e precisò che sarebbe bastato un po’ di cemento a presa rapida per tapparti la bocca.

Non ci sono più i Pietruzzo Lo Monaco. C’è ancora Claudio Ranieri che ora ha veramente 70 anni e allena la Samp. Te lo ricordi quando di anni ne aveva 59 e tu, mio caro Mou, dicesti: “Io ho bisogno di vincere per essere felice. Ranieri si definisce una persona che non ha bisogno di vincere e proprio perché ha questa mentalità, a settanta anni, ha vinto una Supercoppa e una piccola Coppa. Dovrebbe cambiare mentalità, ma è troppo vecchio. Dopo cinque anni a Londra, ha problemi a dire good morning e good afternoon. Io ho studiato l’italiano tre mesi per tre, quattro ore al giorno, per presentarmi alla prima conferenza-stampa alla Pinetina”.

Prendi il posto di Fonseca in una Roma americana. Qualcosa farai, ma se non fai baccano non sarai più tu. Sei dell’Acquario, influenze di Uranio e Nettuno, ottima memoria, ostinato, grande opinione di te stesso. Metallo preferito l’oro. Pietra del tuo segno lo zaffiro. Fiore preferito l’orchidea. Colore: l’azzurro. Animale: il gabbiano. Trascurando gli anni diversi, sei nato lo stesso giorno di Paul Newman e un giorno prima di Mozart. Sei Acquario come Charles Darwin e Galileo Galilei, ma anche come De Mita e Mastella, e come John Travolta e l’irresistibile Carmen Miranda del mambo, del cha-cha-cha e del casco di banane in testa.

“Non sono il migliore del mondo, ma penso che nessuno sia migliore di me”. Dirai ancora questo? E il vangelo è sempre lo stesso? “Il tecnico è un trascinatore, a volte deve mentire per trascinare la squadra”.

Alè, José Mario dos Santos Félix Mourinho. Facci godere. Fai la guerra, ammanèttati ancora, ricordati di avere detto:”Non posso stare zitto, neanche con gli arbitri, altrimenti i miei giocatori pensano che non sono un leader”. Hai ancora la Montblanc d’argento con cui prendevi appunti in panchina? Ti piace ancora il rumore dei nemici, come Conte, più di Conte?

Hai lasciato la casa londinese di quattro piani in Belgrave Square, la piazza degli inglesi milionari, per grazie Roma che ci fai piangere abbracciati ancora. Ricordo la top model brasiliana Gisele Bundchen che sfidò i bookmakers scommettendo, quando arrivasti all’Inter, che avresti vinto lo scudetto e vinse 500mila dollari.

Con la Roma le scommesse sono sospese. È che la Roma quest’anno ha fatto la stupida. Daje ‘na mano a faje dì de sì che può tornare a vincere. Totti ti guarda.

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