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Il Napoli è un caffè d’asporto: si raffredda e dopo che lo hai bevuto, ti chiedi che senso abbia

La vaghezza con cui ieri sera Mertens e Zielinski si sono mossi in campo mi ha riportato ai miei primi tempi a Milano con la nebbia fitta

Il Napoli è un caffè d’asporto: si raffredda e dopo che lo hai bevuto, ti chiedi che senso abbia

Parliamoci chiaro: chi mai avrebbe voglia di scrivere qualcosa sul Napoli stamattina? Io no di certo. Ma posso scriverci intorno, circumnavigandolo, cercando di fare finta di niente, ma si può? Fare finta di niente, intendo, dopo che la tua squadra perde una partita così importante? Forse sì. E poi era davvero una partita così importante? Lo scopriremo tra qualche settimana.

A un certo punto è entrato Politano, e che strano, non ha inciso minimamente sulla partita, lui sempre così lucido, lui sempre a testa alta.

Ho visto un calciatore correre da calciatore, l’ho visto correre accanto a un somaro e poi scherzarlo, più volte superarlo. E il somaro è un nostro terzino, e il calciatore è un attaccante della Juventus.

La vaghezza con cui ieri sera Mertens e Zielinski si sono mossi in campo mi ha riportato ai miei primi tempi a Milano. S’alzava una nebbia fitta e non sapevo più che fare, dove andare. Giravo in tondo, come Mertens lungo i bordi dell’area di rigore bianconera, solo che poi io a un certo punto la fermata della metropolitana la trovavo. Una brutta serata per loro due.

Ruiz, invece, molto bene anche ieri sera. Insigne abbastanza bene. Buffon, purtroppo, molto bene.

Ho letto stamattina da qualche parte che il gol di Dybala sia colpa di Meret. Non mi pare, Dybala era sulla sua mattonella. L’errore è di chi lo ha lasciato da solo ai sedici metri. Quando Bentancur sta per passargli il pallone ho immaginato cosa stava per accadere, purtroppo.

Girando intorno, girando intorno, che partita stupenda ieri sera tra Bayern e Psg in mezzo alla neve.

Pensate che ai suoi tempi Nedved è stato uno dei miei calciatori preferiti, ora è un invasato. Poveretto, a volte la vita ti trasforma.

Arbitro tutto a posto? (Buon per te che tu non abbia inciso sul risultato).

Non credo faccia bene a nessuno vedere Edo De Laurentiis in tribuna. Del barbiere si è saputo più nulla? Il problema è che nello stadio vuoto lui risalta. Maronna.

Ho sognato Pesaola, era mio zio, faceva il macellaio ai Tribunali, però era vegano, vabbuò, era un sogno.

Il Napoli di ieri è il Napoli di quest’anno, a volte sì, a volte no, ieri proprio no. Troppo in attesa nel primo tempo, troppo in ritardo e confuso nel secondo tempo. Bastava crederci un po’ di più. Un gol te lo regala Chiellini, ti tocca farne solo un altro, su.

Mi dicono che la corsa per un posto in Champions Leauge è ancora aperta, che palle però, ancora dobbiamo metterci là a sperare e a soffrire, a crederci fino alla prossima cazzata di Bakayoko.

Infine sto parlando del Napoli, come se fossi al bar, dentro al bar, ovvero in una situazione irreale che al momento non esiste. Però ecco cosa è il Napoli, è un caffè da asporto, può essere anche quello del Professore, ma poi sta in un bicchierino di carta, che ti porti in un vicolo, che si raffredda, che bevi troppo in fretta e quando finisci ti domandi se berlo così abbia senso.

A un certo punto Mario Rui calcia una punizione dal limite, cos’altro devono vedere i miei occhi?

In una poesia, Ferruccio Benzoni (poeta immenso) ha scritto: “Eppure può essere che entrando in un tunnel / qualcuno ne intraveda / più in là una chiarità assoluta”. Già, ma qualcuno chi? Non Hysaj, non Mario Rui, non Politano, meno che mai Gattuso.

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