Alla Gazzetta «Alla squadra mancano motivazioni, il comportamento della barriera sul 2-2 lo dimostra».
La Gazzetta dello Sport intervista Arrigo Sacchi. Il tema è l’eliminazione della Juventus dalla Champions. Una cosa di cui Sacchi si dice sorpreso. E a cui dà una spiegazione con l’assenza di motivazione.
«Sono mancati intensità, gioco corale, capacità di attaccare e difendere in 11. E arrivo a dire, anche se può sembrare assurdo in una partita così importante, le motivazioni. Difficile diversamente spiegare l’incapacità di approfittare della superiorità numerica per 70′ tra tempi regolamentari e supplementari».
Il simbolo di questa assenza di motivazioni è rappresentato dalla barriera in cui Ronaldo si gira spalle agli avversari.
«Il comportamento della barriera juventina sul 2-2 è la sintesi del discorso sulle motivazioni, lo spirito di squadra, il fare le cose insieme».
Su Ronaldo:
«È come la matematica: 1 per 1 fa sempre 1. Mentre 1 per 10 fa 10. Il calcio è uno sport di squadra. Ronaldo fa… il Ronaldo, ma se ti affidi così tanto a un singolo e lui fallisce la partita, sono guai. Anche Maradona, che pure è stato il più grande, da solo non ha vinto la Coppa dei Campioni. Da allenatore non ho mai voluto giocatori già affermati perché temevo non contribuissero a fare squadra. Puoi comprarne anche 10 ma se non fanno squadra, non vinci. Ricorda i galacticos del Real? In attacco Beckham, Raul, Ronaldo, Zidane e Figo. In panchina un Pallone d’oro, Owen, e Morientes. La Coppa non l’hanno vinta».
Su Pirlo:
«Fatico a giudicare Pirlo. Perché non so se ha fatto delle richieste per l’idea che aveva in testa o pur di allenare la Juve ha accettato tutto, col rischio di bruciarsi. Lo scorso anno si è passati da Allegri a Sarri, due tecnici bravissimi, totalmente diversi, mantenendo la stessa squadra. Non è coerente…».
Sacchi si spinge a offrire un consiglio alla Juventus.
«Di scegliere un allenatore che abbia una idea di gioco: che voglia proporre un calcio di squadra e offensivo. Poi gli chiariscano quale è il budget a disposizione e seguano le sue indicazioni per acquisti e cessioni. Comprando giocatori che siano affidabili, funzionali a quelle idee, abbiano motivazioni forti. La Juve vince da sempre in Italia ma non in Europa dove si gioca un calcio diverso. E se non cambia continuerà a non vincere».