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Gazzetta: apertura del Cts per il ritorno di 1000 spettatori negli stadi in primavera

Il tema è stato affrontato in un incontro tra i vertici di calcio e basket con gli scienziati. Per l’Europeo l’Italia punta ad una quota del 30% di presenza

Gazzetta: apertura del Cts per il ritorno di 1000 spettatori negli stadi in primavera

La Gazzetta dello Sport scrive di un vertice tra Figc, Lega Serie A e il mondo del basket con il Cts. Il tema è quello della riapertura parziale di stadi e palazzetti al pubblico.

“Risultato: una discussione in un’atmosfera positiva con una road map che fa sperare”.

Bisognerà prima verificare che le riaperture degli ultimi giorni non abbiano portato con sé effetti negativi. Il fatto che, però, se ne sia iniziato a parlare, è un segnale positivo, scrive la rosea: finora il discorso pubblico era stato visto come un tabù.

“Ovviamente le intenzioni e questa specie di prima disponibilità vanno prese con il massimo della cautela. Ma un ipotetico percorso è stato disegnato e porta alla possibilità di ricominciare proprio da quota mille all’inizio della primavera. Tornando dunque a quella soglia minima che era stata toccata all’inizio dei campionati (nel basket si era andato anche oltre grazie ad alcune ordinanze regionali). Naturalmente con il progetto di crescere sfruttando anche l’avanzare della campagna di vaccinazione”.

L’incontro, spiega il quotidiano sportivo, si è articolato in due fasi ben distinte. Un capitolo a parte è stato destinato agli Europei di calcio.

“La Uefa ha fissato un’asticella massima da non scavalcare per quanto riguarda la presenza degli spettatori: il 50 per cento della capienza dei vari stadi scelti per ospitare le gare. Ma l’obiettivo italiano è molto più prudente: nella riunione di mercoledì è stato esplicitato anche con il Cts, si punta infatti a una quota del 30 per cento. Non soltanto limitata, o quantomeno su questo non c’è stato un no immediato, ai residenti. La speranza è che per quel momento, ossia proprio per la prima sfida contro la Turchia, il contesto sanitario sia molto diverso da quello attuale”.

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