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L’Equipe: “lo sci visto in tv è desolante, la regia è rimasta ferma a quarant’anni fa”

“In tv non si percepisce né velocità né pendenza, bisognerebbe ispirarsi alla Formula 1, anche il livello di narrazione è molto basso”

L’Equipe: “lo sci visto in tv è desolante, la regia è rimasta ferma a quarant’anni fa”

“È possibile che questo sia lo sport spettacolare che ho vissuto per tutta la mia vita?”. Disse più o meno così Hirscher, otto volte campione del mondo, quando si trovò per la prima volta ad assistere in tv a una gara di coppa del mondo.

L’Equipe oggi dedica una pagina a un tema molto caro agli appassionati: ossia, com’è che possibile che la resa tv dello sci sia così misera? Com’è possibile che le immagini siano sempre le stesse? Da quarant’anni e oltre. Riprese che non rendono minimamente l’idea della pendenza, delle acrobazie degli atleti, né il suono delle grattate degli sci sulla neve.

Oggi si gareggia ad Adelboden luogo storico per lo sci. Si corre lo slalom gigante e la gara potrà essere vista solo in tv: niente pubblico.

Quando si è sistemato nel suo divano per assistere alla sua prima gara dopo il ritiro – lo slalom gigante di Sölden – Marcel Hirscher, otto volte vincitore della Coppa del Mondo, si è strozzato. “Quando sei lì a sciare, è così ripido che sei senza fiato. In tv, è irriconoscibile” ha ammesso l’austriaco alla Gazzetta dello Sport. “Quello non è Sölden! Dobbiamo trovare un modo per mostrare meglio il nostro sport”.

Dice Joahn Clarey vicecampione del mondo di SuperG

In tv non si percepisce né velocità né pendenza. A Bormio, la partenza è super ripida e sembra piatta. Ci sono cose da fare sul tiro. Vedo le stesse immagini da vent’anni e non è normale.

L’Equipe fa il paragone con quello che è avvenuto negli sport motoristici.

“Sono stati in grado di operare una vera mutazione, con moltiplicazione di telecamere e dati forniti, per aumentare il loro potere d’attrazione. Lo sci non offre granché. I commentatori non hanno dati in più rispetto a quelli forniti dal sito web della Federazione Internazionale (FIS): tempi intermedi e alcune velocità”.

John Nicolet, commentatore di sci per Radio Télévision Suisse (RTS) dal 2014, dice:

Bisognerebbe ispirarsi alla Formula 1 e agli sport statunitensi. A volte è difficile spiegare dove sia la differenza tra due sciatori. Invece di avere dieci secondi di primo piano sui denti di Matthias Mayer, preferirei avere un rallentatore di una curva in cui Beat Feuz ha fatto la differenza su Kilde.

Ultimamente, ogni tanto, vengono mostrate – grazie alla tecnologia Dartfisch – le discese sovrapposte di due sciatori. È una delle poche innovazioni.

Il posizionamento delle telecamere è un puzzle tra reti e dispositivi diversi per garantire la sicurezza degli sciatori – prosegue Nicolet -. Per realizzare la pendenza, è necessaria una vista profilo. Ma potremmo anche lavorare su qualcos’altro, il suono in particolare.

Il suono degli sci sul ghiaccio, quello dell’impatto all’atterraggio di un salto o dei paletti durante uno slalom.

Anche “il livello di emozione e narrazione è molto basso. Potremmo fare interviste con gli sciatori nella zona di riscaldamento”.

“Devi modernizzarti per conquistare un nuovo pubblico. Lo spettatore ha 50 anni anziché 20. Potremmo fare molto meglio, mettere le telecamere sugli sciatori… Oggi alcune telecamere hanno le dimensioni di una moneta in euro”.

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