Il fatto che la sentenza sia slittata potrebbe essere un buon segno: “evidentemente non tutti i giudici sono convinti di rigettare il ricorso della Roma”
La Corte Sportiva d’Appello della Figc, ieri, non ha deciso su Juve-Napoli ma neppure su Verona-Roma (3-0 a tavolino per gli scaligeri per l’errore nella convocazione di Diawara). Il Corriere dello Sport racconta di una udienza di 90 minuti ad alta tensione tra i due club di fronte ai giudici.
“Va registrata la forte tensione in aula, o meglio da remoto, tra i due club coinvolti. Il Verona, che ha voluto essere parte del dibattimento con l’avvocato Fanini, ha rimarcato l’imperizia della Roma nella compilazione della lista, ritenendo dunque inappuntabile il verdetto di primo grado del giudice sportivo. La circostanza ha irritato non poco Guido Fienga, che ha precisato: «Non siamo qui per avere un punto in più in classifica ma per stabilire un principio di equità».
La Roma anche ieri ha ammesso lo sbaglio nella convocazione, ma ha anche ribadito che l’errore non ha alterato il risultato sportivo. Ed ha invocato una multa, piuttosto che il 3-0 a tavolino.
Il quotidiano sportivo scrive:
“Il fatto che la sentenza non sia arrivata subito potrebbe essere interpretata come un buon segno: evidentemente non tutti i giudici sono convinti di rigettare il ricorso della Roma”.
Fienga conta sul fatto che l’errore è attribuibile all’ex segretario sportivo, Pantaleo Longo, che dopo il fatto è stato assunto proprio dal Verona.
“Longo sta per firmare proprio per il Verona, dove assumerà un incarico dirigenziale. La trattativa era antecedente al pasticcio, ma nel clima di caos generato dall’errore Longo ha trovato l’accordo per le dimissioni dalla Roma. Fienga si augura che la circostanza – se il Verona lo ritiene non capace come mai lo assume? – possa facilitare un verdetto favorevole“.