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Ventura: «Osimhen è il più grande colpo di mercato finora, dal punto di vista tecnico»

Alla Gazzetta: «Ha tutto per divertire, incuriosisce molto. Mi piace tanto anche Tonali. Sarà una A aperta. La Juve non sarà super favorita. Senza dubbio ci sarà il ritorno del Napoli» 

Ventura: «Osimhen è il più grande colpo di mercato finora, dal punto di vista tecnico»

La Gazzetta dello Sport intervista Gian Piero Ventura, ex ct della Nazionale. Parla della nuova stagione di Serie A alle porte.

«Per una serie interminabili di variabili, sarà unica nella storia del calcio. Sarà diversa dai campionati passati, ma estremamente interessante. È una stagione che si presta a clamorose sorprese, nella quale può succedere qualsiasi cosa. E siccome non credo che stavolta la Juve farà una corsa da sola, è pure molto più affascinante».

Sarà diversa per una serie di motivi, spiega.

«Pensiamo, ad esempio, che a 6 giorni dall’inizio Juve e Inter non hanno fatto mercato e non potranno farlo fino a quando non venderanno. Poi l’estate cortissima non permette alle squadre di fare un precampionato tradizionale obbligando a impostare una preparazione atletica del tutto diversa. Infine c’è il Covid: basta un positivo in un gruppo per fermare il lavoro tattico di preparazione».

Ventura parla di una Serie A estremamente aperta, quest’anno.

«Non vedo per la prima volta una Juve super favorita: ha perso giocatori importanti, che avevano dato un contribuito per gli ultimi scudetti. Di Pirlo sono convinto che diventerà un grande allenatore, ma non avendo mai allenato un minimo di incognita resta. Se l’Inter accontenterà Conte sul mercato, sarà in piena corsa. Occhio a Lazio e Atalanta, sono più consapevoli della loro forza. Senza dubbio ci sarà il ritorno del Napoli. Sarà una A aperta, è da folli azzardare pronostici».

Quando gli chiedono quale sia il più grande colpo di mercato finora, risponde:

«Dal punto di vista tecnico, Osimhen del Napoli. Ha tutto per divertire, incuriosisce molto. Mi piace tanto anche Tonali, ma obbliga a dei cambiamenti: nel Milan della grande rincorsa il metodista vero non c’era».

 

 

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