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Il Cts consigliò la zona rossa nella bergamasca, ma Conte non ascoltò gli scienziati

Il 3 marzo l’indicazione degli esperti. Conte chiese chiarimenti e aspettò quattro giorni per chiudere la Lombardia. Ai pm di Bergamo, a giugno, disse di non aver visto il verbale. Ora dichiara di averlo ricevuto il 5 marzo

Il Cts consigliò la zona rossa nella bergamasca, ma Conte non ascoltò gli scienziati

“Tra giovedì 5 marzo e lunedì 9 il III Reggimento “Lombardia” dell’arma dei carabinieri si raduna in un albergo della bergamasca. La bassa Val Seriana sta per essere blindata, arrivano 110 carabinieri, 120 poliziotti, 50 finanzieri, 90 effettivi dell’esercito. Aspettano. Ma non succede niente. Nonostante il 4 marzo Bergamo abbia superato Lodi per numero di contagi da Covid, 817 contro i 780 dell’area già isolata attorno a Codogno, nessuno darà mai l’ordine di istituire la zona rossa ad Alzano e Nembro“.

E’ la ricostruzione della mancata zona rossa nella bergamasca fatta dal Messaggero. Il 3 marzo, il Comitato tecnico scientifico aveva raccomandato di applicare anche ad Alzano e Nembro le misure restrittive già adottate per il lodigiano. Emerge dai verbali desecretati. Sarebbe stato già tardi visto che i primi casi, ad Alzano, furono diagnosticati il 23 febbraio, ma sarebbe stato comunque un inizio.

Il Messaggero racconta che, quando quel documento arrivò al Premier Conte, lui chiese al Cts «ulteriori approfondimenti». Eppure, nell’audizione del 12 giugno davanti ai magistrati di Bergamo disse di non averlo mai ricevuto. Ieri ha spiegato meglio.

«Del verbale del 3 marzo ne sono venuto a conoscenza il giorno 5. Non riferisco di quel che ho detto ai pm di Bergamo, ho il vincolo del segreto istruttorio. Alcuni fatti li ho anticipati: il 5 a margine del Cdm facciamo una valutazione sulla proposta di adottare una cintura rossa per Alzano e Nembro. In una situazione compromessa che senso ha introdurre la zona rossa solo per questi due paesi? Parte un supplemento di riflessione del Cts, che la mattina del 6 dispone dei dati aggiornati. A quel punto li lascio liberi di valutare: si convincono che sia necessario adottare misure più restrittive. Il parere del Cts è del 7 e in poche ore ci confrontiamo con i ministri e gli enti locali e io tra le due e le tre di notte firmo il nuovo Dpcm per tutta la Lombardia».

In tutto questo c’è anche un ruolo della Regione Lombardia. L’assessore al Welfare Gallera ha ammesso nelle scorse settimane che la legge avrebbe consentito al parlamentino regionale di decretare la zona rossa, mentre il governatore Fontana ha demandato la responsabilità al governo. Intanto, mentre tutti restavano fermi, il virus continuava a circolare indisturbato.

 

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