Il commento di Polverosi. “Ha dimostrato che il calcio è la sua materia. Sarri ha perseverato nei suoi errori per dimostrare che aveva ragione”
La Coppa Italia vinta ieri dal Napoli è di Gattuso, “della sua gente, di Napoli e di chi non porterà sempre con sé”. Lo scrive Alberto Polverosi, sul Corriere dello Sport.
“E’ sua per il suo cuore e per la sua forza. E soprattutto perché anche in questa partita ha dimostrato che il calcio è la sua materia. L’ha vinta ai rigori, ma l’ha meritata in 90 minuti giocati da squadra vera, prima con sofferenza, poi con autorevolezza”.
La scena finale è stata bellissima, con lui in mezzo al gruppo di giocatori
“come il comandante che ringrazia la sua truppa per la battaglia appena vinta. Piccolo, tozzo, rubizzo in faccia e sudato ovunque, con la vena che si gonfia. Un gigante”.
Le differenze tra Juve e Napoli, continua, sono state evidenti sin da subito.
“La Juve aveva avuto le occasioni per segnare grazie a errori del Napoli (due di Callejon, uno di Koulibaly e nessuno dei due stava subendo in quel momento una pur leggera pressione dagli juventini), mentre il Napoli le aveva costruite da solo, col suo gioco. Il secondo: sembravano più chiare, anche se più semplici e meno ambiziose, le idee del Napoli rispetto a quelle della Juve. Idee che nel secondo tempo hanno preso consistenza, sono diventate più ricche più armoniose fino a trasformarsi in grandi occasioni da gol, mentre i bianconeri si scollavano e barcollavano”.
Gattuso è riuscito a dare un’identità a questo Napoli, anche grazie alla solida organizzazione difensiva. Mentre Sarri “ha voluto dimostrare che non aveva commesso errori contro il Milan nella scelta del tridente e del regista” e li ha riconfermati ieri.
Nonostante i cannonieri, la Juve non è riuscita a segnare per la seconda volta di seguito, “anche questo è un dato che deve preoccupare tecnico e dirigenti”