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Il New York Times demolisce le inchieste di Ronan Farrow, il reporter del #MeToo

Su Repubblica. Il quotidiano, che finora lo ha sempre trattato con i guanti, mette sotto accusa le principali inchieste del reporter. Le definisce piene di contraddizioni, forzature, omissioni o manipolazioni dei fatti

Il New York Times demolisce le inchieste di Ronan Farrow, il reporter del #MeToo

Il New York Times demolisce le inchieste di Ronan Farrow, il giornalista (figlio di Mia Farrow) che sul New Yorker ha sollevato il caso del #MeToo, distruggendo Harvey Weinstein, il produttore cinematografico condannato per abusi sessuali.

Il quotidiano lo ha sempre trattato con i guanti, scrive Repubblica, ha condiviso con lui anche il Premio Pulitzer per gli scoop su Weinstein, ma adesso mette sotto accusa le principali inchieste di Ronan e le definisce piene di contraddizioni, forzature, omissioni o manipolazioni dei fatti. Lo fa attraverso il suo giornalista Ben Smith, che parte dall’inchiesta sullo scandalo che colpì l’avvocato personale di Donald Trump, Michael Cohen.

Ronan ne scrisse due anni fa. Rivelò che alcuni dossier fiscali di Cohen erano scomparsi clamorosamente dagli uffici dell’Internal Revenue Service, l’equivalente americano della nostra Agenzia delle Entrate. All’epoca lo scoop di Farrow destò grande scalpore e fu ripreso da diversi talkshow televisivi. Ora, però, il New York Times sentenzia:

«Poco di quell’articolo di Farrow sta in piedi. Il dossier fiscale di Cohen non è mai scomparso».

Da qui, parte la demolizione anche dell’inchiesta che ha fatto esplodere il #MeToo. Le inchieste di Ronan fanno acqua da tutte le parti, scrive Ben Smith. Farrow ignora fatti e testimonianze che possano mettere in dubbio le sue accuse, continua. Fa finire nell’ombra tutto ciò che non va a supporto della sua tesi.

Non solo. Ben Smith accusa anche Farrow di fare del vittimismo. Ronan ha dichiarato di essere vittima di un complotto dei vertici della tv Nbc, e poi di Hillary Clinton, per insabbiare le sue rivelazioni su Weinstein.

E ricorda anche un’altra bugia raccontata da Farrow che si vantò che 50 giurati del processo Weinstein furono esonerati dal tribunale perché colpevoli di aver letto il suo libro Catch and Kill. Notizia falsa, che suscitò anche l’ilarità tra i magistrati in aula, racconta Repubblica.

“Ma dato l’immenso seguito del 32enne giornalista-star, sui social media quella divenne una verità assoluta”.

 

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