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CorSport: i calciatori hanno timore di giocare ma il sindacato vuole salvare gli stipendi

Negli ultimi giorni sono stati molte le telefonate dei rappresentanti delle squadre a Tommasi. I più allarmati sono quelli dei club del Nord. Il positivo nel Torino aumenta le ansie. L’Aic difficilmente cambierà posizione

CorSport: i calciatori hanno timore di giocare ma il sindacato vuole salvare gli stipendi

La posizione ufficiale dell’Associazione Italiana Calciatori è sempre stata quella di voler tornare a giocare. Ma, scrive il Corriere dello Sport,

“la realtà, però, racconta un’altra cosa. Ovvero, che sempre più giocatori stanno manifestando il timore di tornare in campo”.

Il rischio di contagio esiste ancora, nonostante la curva si sia ridotta. E i più allarmati sono i calciatori delle squadre del Nord martoriato dal virus.

“Non a caso tra i più allarmati ci sono gli elementi delle squadre del nord, ovvero la zona più colpita, e quelli che si sono già ritrovati con un compagno contagiato. Ed è chiaro che il nuovo positivo tra i giocatori del Torino non farà altro che aumentare ansia e preoccupazioni. Negli ultimi giorni, Tommasi è stato a lungo al telefono con i rappresentanti delle squadre ed è perfettamente consapevole della situazione. E non può essere casuale che queste paure siano trapelate proprio adesso, ovvero quando c’è stato il via libera agli allenamenti individuali nei centri sportivi dei club. È il primo passo verso il ritorno alla normalità. Ma una normalità che tanti calciatori ritengono complicata da raggiungere”.

I calciatori sono soprattutto perplessi dal maxi ritiro che li aspetta per ridurre il rischio di contagi. Scrive il quotidiano sportivo.

“Ma dopo aver già affrontato due mesi di isolamento chi è disposto ad andare incontro ad un’altra clausura altrettanto lunga?”.

C’è poi l’incognita degli spostamenti, quella dei tamponi, e della possibilità di un nuovo positivo. La posizione dell’Aic (associazione italiana calciatori) non è semplice, continua il CorSport.

“L’Aic si trova in una posizione delicata. I dubbi dei calciatori vengono assolutamente condivisi”.

Ma se i calciatori comunicassero ufficialmente di non voler riprendere, ne pagherebbero le conseguenze. I club potrebbero usare questa posizione per risparmiare gli stipendi.

“Scontata l’equazione: non volete giocare e allora noi non vi paghiamo. Ecco perché è difficile immaginare un cambio di rotta dell’Aic, che anzi si sta muovendo in altra maniera per garantire gli emolumenti per i propri assistiti”.

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