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«Sono illegittime le multe per aver violato la quarantena. Si può fare ricorso»

Libero intervista l’avvocato Mauro Sandri: «Le limitazioni andavano decise per legge non con un decreto. L’emergenza è stata creata dall’incapacità del governo».

«Sono illegittime le multe per aver violato la quarantena. Si può fare ricorso»

Libero intervista Mauro Sandri, avvocato di Milano esperto di diritto internazionale. Ha appena lanciato l’iniziativa di una class action contro lo multe comminate agli italiani durante la quarantena da Covid-19. In pochi giorni ha raccolto 300 mandati.

«Il governo italiano ha attuato misure drastiche di distanziamento e di fermo totale dell’economia al di fuori di una effettiva necessità. Le esperienze di altri Paesi, il parere di autorevoli esperti sanitari, i dati concreti statistici che attestano come nei Paesi dove il lockdown non è stato attuato non vi siano stati più morti né più contagiati, costituiscono prove inconfutabili dell’inefficacia delle misure restrittive italiane. Il loro paventato mantenimento, anche dopo il 3 maggio, impedirebbe la ripresa».

L’obiettivo è chiedere un risarcimento per i danni alle aziende e ai lavoratori e anche per le sanzioni ai cittadini.

«Le premesse giuridiche sono simili. L’articolo 16 della Costituzione prevede che le restrizioni al diritto di circolazione possono essere approvate unicamente per legge e, quindi, non mediante un decreto del Presidente del Consiglio come è ripetutamente avvenuto. Inoltre, tali restrizioni appaiono illegittime rispetto alla normativa costituzionale, vedi gli articoli 2, 3, 4, 13, 16, 17, 19, 32, 33, 34, 35, 41 e 117».

La norma europea, spiega, prevede che le limitazioni alla libertà individuale non devono mai superare la misura di quanto è necessario al raggiungimento dell’obiettivo di pubblico interesse perseguito dall’autorità. La sospensione “indiscriminata e lunghissima” delle libertà personali e lavorative rappresenta una violazione degli articoli 45 e 49 del Trattato di Funzionamento Unione Europea. E gli degli articoli 2, 5, 8, 9, 11, 14 e 15 della Carta europea dei Diritti dell’Uomo.

«L’emergenza è stata creata, proprio, dalla manifesta incapacità di gestire l’ondata influenzale. Per tale motivo la percentuale dei decessi in Italia è sbalorditivamente superiore rispetto a quella di tutti gli altri Paesi. In seguito, con la finalità di celare questa abnorme mancanza originaria, che ha causato tra l’altro l’irresponsabile esposizione a rischi elevatissimi del personale sanitario, si è amplificata la gravità del virus. I decessi sono elevati solo in certe aree geografiche e riguardano esclusivamente una fascia d’età. Le ultime indagini hanno chiarito che oltre il 50% dei decessi sono avvenuti in case di cura. Il covid 19 non è, certamente, responsabile di tutti i decessi addebitatigli, e se fosse stato affrontato con il minimo di diligenza necessario e dovuto, non avrebbe causato nemmeno gli esiti nefasti che, solo in Italia, si sono verificati».

L’avvocato indica anche le sedi in cui saranno proposti i ricorsi.

«Per le sanzioni causate dalle uscite non autorizzate, ci si rivolge al prefetto o al giudice di pace e poi si prosegue un iter civilistico fino alla Corte europea. Per gli imprenditori si va dinnanzi ai giudici del Tar, poi al Consiglio di Stato e infine alla Corte europea. I tempi stimati sono stretti, c’è un imbuto di un paio di anni e le spese non sono elevate, perché essendo cause collettive l’importo viene spalmato. Infine per i medici e le famiglie che hanno avuto vittime causa Covid si investirà il giudice civile con iter fino all’ultimo grado di giudizio che terminerà alla Corte europea. La controparte sarà il Ministero della Sanità».

E rimanda al sito la ricerca di informazioni da parte di chi fosse interessato a partecipare.

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