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Osvaldo: una volta mi hanno quasi ucciso in un bar di Roma. Tornai con Totti e De Rossi a “sistemare”

L’ex attaccante della Nazionale se la prende con Prandelli: “Non mi convocò ai Mondiali, spero che stia passando una brutta quarantena”. E su Totti: “Era perfetto, anche ben dotato delle parti intime…”

Osvaldo: una volta mi hanno quasi ucciso in un bar di Roma. Tornai con Totti e De Rossi a “sistemare”

Pablo Daniel Osvaldo, una volta, è stato quasi ucciso in un bar di Roma. Parola sua. L’ex attaccante giallorosso e della Nazionale ha raccontato l’episodio in un’intervista rilasciata in diretta social a TNT Sports riportata da Sport Mediaset:

“Una volta ero in un bar di Roma e mi stavano quasi uccidendo. Poi chiesi a Totti e De Rossi di accompagnarmi a sistemare le cose, non sono uno stupido”.

Ma poiché Osvaldo non è proprio rinomato per la diplomazia, ricorda con tanto affetto l’ex ct azzurro Cesare Prandelli, colpevole a suo dire di non averlo convocato per i Mondiali:

“Avevo fatto sei o sette gol nelle qualificazioni, ero il titolare e avevo la maglia numero 10, ma mi lasciò fuori dai Mondiali del 2014 perché i giornali gli dicevano che io ero argentino e andava convocato qualcun altro. Spero stia passando male la quarantena”.

“Quando mi chiamò per andare al Galatasaray gli dissi che non avrei accettato neanche per 50 milioni. La cosa brutta è stata che ho scoperto di non essere convocato dai giornali, non mi ha neanche chiamato. Ci sono rimasto malissimo, sono finito a piangere, volevo morire perché meritavo di andare in Brasile”.

Molto “carino” anche il ricordo personale di Totti:

“Gli dicevo che secondo me era cornuto, perché non poteva essere così perfetto. Aveva una bella faccia, non voglio dare dettagli, ma era anche ben dotato nelle parti intime. Ed era il miglior calciatore con cui abbia mai a giocato. Aveva solo pregi, non aveva nemmeno l’alito cattivo per dire. E sua moglie… Qualcosa di brutto doveva pur averlo, no? Ma in realtà no, non aveva neanche le corna”.

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