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Manfredi: «In emergenza chi ha responsabilità di governo, deve esercitarla. De Luca l’ha fatto»

Il ministro dell’Università al CorMez: «Al di là dei pregiudizi e del folklore, il Sud è stato molto ligio nel rispettare i divieti» 

Manfredi: «In emergenza chi ha responsabilità di governo, deve esercitarla. De Luca l’ha fatto»

Vincenzo De Luca continua ad incassare complimenti per come sta gestendo l’emergenza sanitaria in Campania. Oggi arrivano dal ministro dell’Università e Ricerca, Gaetano Manfredi. Intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, si esprime sulla querelle relativa alle passeggiate con bambini. La circolare del Viminale sembrava averle autorizzate, De Luca è insorto, vietandole nella nostra regione. Ieri il Premier Conte ha fatto chiarezza: non sono mai state autorizzate dal Governo.

«Il presidente Conte ha chiarito bene l’interpretazione della circolare. Però voglio dire una cosa: quando c’è un’emergenza chi ha la responsabilità del governo deve esercitarla e De Luca l’ha fatto, anche alzando i toni, aiutando a responsabilizzare le persone. Poi c’è tutto il tema della gestione sanitaria con cui si è dovuto fare i conti: tagli indiscriminati e dieci anni di commissariamento ci hanno fatto pagare prezzi altissimi. Efficienza non vuol dire tagliare tutto».

L’emergenza ha messo in evidenza grandi differenze tra Nord e Sud, anche sul piano del digitale. Soprattutto per quanto riguarda la didattica a distanza.

«Ci sono pezzi di Paese, soprattutto nel Mezzogiorno, dove non c’è neanche connessione. Poi c’è un problema di competenze. Infine, abbiamo visto come alcuni beni fossero necessari. Non avere un tablet, un pc, significa non avere una cittadinanza. Ma è lo Stato che deve garantire a tutti, al di là del reddito, pari opportunità. Il ministero dell’Istruzione ha un fondo per acquisire device da distribuire alle scuole. Però insisto sul tema delle abilità, le aree più deboli e il Sud pagano un prezzo altissimo perché è più difficile nella marginalità. Il rischio è di perdere per sempre quegli studenti».

Il ministro parla anche del Sud.

«Devo dire che il Sud è stato molto ligio, i cittadini al di là del folklore e del pregiudizio che c’è nei nostri confronti hanno rispettato i divieti. È chiaro che una struttura economica più debole dovrà essere aiutata in maniera particolare. Per evitare danni sociali. Resto un riformista, per questo l’idea di un sussidio a vita non lo condivido. Ma urge protezione. L’economia di strada, spesso in nero, ma in un certo senso dignitosa, non può essere cancellata con un tratto di penna. La forma di sostegno non deve diventare, però, assistenzialismo, perché toglie l’energia. Ma dimenticarcene come nella crisi del 2008, ha fatto nascere un risentimento sociale che ha fatto troppi danni. Per ripartire ci vuole armonia sociale, dal conflitto non nasce mai nulla di buono».

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