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L’ultima mutazione del coronavirus, la più pericolosa: la protocollosi

Un quarantenne in quarantena – Un giorno racconteremo di questo periodo come della nostra guerra mondiale, tra privazioni con Netflix e feticci di Ascierto

L’ultima mutazione del coronavirus, la più pericolosa: la protocollosi

Lunedì ho scoperto la più pericolosa mutazione del coronavirus. Il giorno prima un caro amico (classe ’36) era caduto, così l’ho accompagnato in un centro diagnostico per la radiografia. Segue la fredda cronaca.

Entriamo. Ben distanziati. Guanti, mascherina. Nella sala due addette dietro il banco accettazione, una signora a parlare con loro, un tizio su una panca, il mio amico ed io.  Sul pavimento segni ad indicare le distanze da tenere. Fornisco alla più anziana delle suddette addette le generalità del mio amico, lei mi fa:

“Ora Lei si accomodi fuori”.
“Fuori dove? In sala di attesa?” faccio io.
“Fuori la porta”. Risponde con la simpatia tipica dei Chihuahua.
“Sul pianerottolo intende?”.
“Si”, bofonchia masticando qualcosa sotto la mascherina. Dalla leggiadria dei movimenti, deve essere legna da ardere.
L’istinto è di chiedere: “sta parlando dello stesso pianerottolo di 2 mq dove passano e spassano gli avventori del centro, i condomini, qualche medico che va a prendere un po’ di aria?”
Però taccio, finalmente capisco che la protocollosi ha infettato il centro. Dentro misure di sicurezza e attenzione, fuori fate un po’ quel che cazzo vi pare. Si tratta del medesimo principio guida dello spazzamento dei bassi…
Dopo pochi minuti il tecnico di radiologia mi viene a chiamare:
“serve una mano al suo amico per levare i bottoni della camicia”.
Allora rientro.
La signora dell’accettazione, sempre lei, che prima di far entrare in laboratorio aveva giustamente misurato la temperatura al mio amico, non mi guarda nemmeno, o meglio mi guarda e mi ignora.
“Il protocollo prevede il controllo della temperatura per i pazienti, non per i toglitori di bottoni, eh?”
Lo penso, ma non ho l’energia per dirglielo.
Ed è solo lunedì penso…

Nei giorni a seguire ho immaginato che un giorno racconteremo di questo periodo come della nostra guerra mondiale, ciascuno a suo modo.

Il combattivo dirà: “Io ho fatto il primo coronavirus, ero nel battaglione del Subcomandante Ascierto. Ricordo come fosse ieri quella volta in cui per 4 ore di seguito postai la sua foto a difesa della grandezza del popolo napoletano, tutto senza mai muovermi dalla sedia, un’impresa epica…”

Ci sarà il nostalgico: “Ai miei tempi avevamo poco, pochissimo, lo stretto necessario: Netflix, lievito madre, facebook, Aperol Spritz razionato, Xbox; la bambolina vodoo del Prof. Galli, ma forse eravamo più felici”.

Infine ci saranno i revisionisti: “Cirù a nonno, ma quale coronavirus, quello era Marchionne che dal suo maniero (dove vive con Kurt Cobain, Jim Morrison, mezza famiglia Kennedy), aveva dato indicazione di avviare la secessione e così si sono inventati il virus, in realtà al Nord non è morto nessuno, lì avevano il vaccino. O covìd se curav co Bactrim…”.

Mercoledì ho dovuto rimettere la mascherina, giuro avevo lavato i denti, ma la mascherina è una conchetta permanente e dopo pochi minuti mi sembrava di combattere con la versione cattiva di Grisù. Saremo una generazione abituata al “ciato” pesante, o forse ci salverà una nuova economia fondata sugli spray per l’alito, staremo a vedere.

Le domande che mi arrivano sono sempre di più e faccio fatica a selezionarle, eccone alcune:

D. Come potremo fare per utilizzare i mezzi pubblici quando piano piano si riprenderà ad uscire?

R. Tranquillo, tutto uguale, i mezzi non passeranno come sempre, dovremo solo alzare la voce per iastemmare stando in fila distanziati.

Mi arrivano poi due domande, entrambe sulla ormai consueta questione Nord Vs Sud.

D. “Sig. Quarantenne, non Le pare che si stia davvero esagerano con la denigrazione continua, da parte dei media, di Napoli e del Sud in generale?

R. Ha perfettamente ragione, mi domando anche io, per esempio, perché nessuno abbia raccontato degli autobus pieni di valtellinesi ed altoatesini giunti in Campania per partecipare al funerale del Sindaco di Saviano…Uno scandalo.

D. Buona sera, sono una Signora di Alzano Lombardo, non ho mai messo piede fuori Alzano e non ho capito esattamente dove si trova Napoli, ma è vero che lì siete tutti parcheggiatori abusivi che chiedono soldi come ha detto quel giornalaio?

R. Signora, purtroppo sono luoghi comuni, alimentati da certe intelligenze che di intelligente, hanno ben poco. Napoli comunque si trova al sud del Paese in cui vive (Paese, Italia, non Alzano Lombardo). E comunque per questa risposta può darmi una cosa a piacere…

Buon 25 aprile, anche se oggi è passato, ma il bello è quello: non passa mai.

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