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Guerra: “Col lanciafiamme si otterrebbero risultati più rapidi ma noi puntiamo sull’educazione”

“La Cina ci ha indicato la strada: quarantena e distanziamento. Ciascun Paese ha seguito la sua strada. Lombardia c’è stata troppa mobilità. Necessaria un po’ più di disciplina”

Guerra: “Col lanciafiamme si otterrebbero risultati più rapidi ma noi puntiamo sull’educazione”

Nella conferenza stampa della Protezione civile, al fianco di Borrelli oggi era presente Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si è espresso sulla riapertura delle attività economiche chiesta dalla Lombardia al Governo.

“La Lombardia fa un po’ da battistrada per il Paese. Deve essere cauta e valutare con estrema attenzione il rischio e i protocolli che possono rendere il rischio pari a zero. Deve valutare lo stato di salute dei lavoratori, la classe di età a cui appartengono, che può renderli a rischio, lo stato immunitario, l’esposizione al rischio esterna al posto di lavoro. Andando d’accordo con la parte datoriale per la messa in sicurezza del posto di lavoro e con quella sindacale per l’adeguato comportamento dei singoli lavoratori”.

La tempistica dell’Italia rispetto alla Cina, ha detto, è necessariamente diversa.

“La Cina ha fatto vedere che la soluzione alla crisi si ha con il distanziamento e la quarantena, misure adottate e calate nella realtà di ciascun Paese. Non c’è un Paese che ha fatto le stesse cose degli altri. Poi è chiaro che andando con l’esercito e il lanciafiamme si ottengono naturalmente interruzioni molto rapide, ma procedendo gradualmente con l’educazione della gente, con tutta la fatica che comporta, dà una tempistica diversa. Per questo abbiamo ancora un plateau, anche se con segni positivi verso la diminuzione, ma non l’azzeramento di tutto. Volere o volare. Questo dobbiamo gestire con la massima cautela, adesso”.

II virus non fa differenze di etnie.

“Non è un virus patriota o selezionatore di questa o quella etnia, ma colpisce tutti nello stesso modo. Può esserci una diversa progressione temporale, ma vedrete che nel tempo le curve di tutti i Paesi saranno nella stessa condizione“.

Sui test sierologici:

“La questione della durata dell’immunità la stiamo valutando perché non la conosciamo. Pensiamo che l’immunità sia durevole ma quanto può durare è tutto da verificare. Non esiste il test perfetto. Abbiamo approssimazioni che arrivano oltre il 95%. Se riusciremo ad adottare un test con questo livello di certezza e replicabilità avremo fatto un ottimo lavoro e saremo apripista anche su questo versante”.

Cosa cambia il congelamento dei finanziamenti da parte di Trump?

Innanzitutto bisogna vedere se questa minaccia di trasforma in in realtà. L’Agenzia ha due organi di controllo e di governo, entrambi fatti dagli stati membri, non ha autonomia decisionale. Non è che il direttore generale può dichiarare una pandemia quando gli salta in testa. C’è un comitato che si riunisce, valuta sulla base delle evidenze disponibili e delle informazioni degli stati membri e dà indicazioni. Gli Stati Uniti sono il maggior contributore non solo di risorse economiche ma anche di personale. Un conto è quello che un’amministrazione può dichiarare alla stampa o richiedere in termini di ispezioni e valutazioni e un altro è cosa fa. Se non ci fosse l’Oms cosa sarebbe successo? Sinceramente non credo che gli Stati Uniti possano nell’immediato interrompere i finanziamenti. Possono sospendere in attesa di valutare cosa sia accaduto, ma le carte del’agenzia sono aperte a chiunque voglia vederle. L’agenzia del resto non ha avuto una caduta di reputazione, di stile o di immagine: la Gran Bretagna ha donato 200 milioni di sterline l’altro ieri. Quindi stiamo attenti a quello che diciamo: anche gli Stati Uniti hanno dato indicazioni su ricerca e sviluppo immediatamente assimilate e trattate dall’Agenzia”.

I nuovi contagi in Lombardia e Milano possono essere dovuti al fatto che molte attività economiche sono rimaste aperte?

“La Lombardia è una regione molto articolata, ad altissima capacità produttiva e alta mobilità. E’ difficile chiudere il polmone di una regione che alimenta anche attività essenziali che il Governo non ha chiuso. Ma nella regione si è avuta anche una mobilità fino al 45% che è francamente troppo. Non si tratta di indisciplina da parte dei cittadini, ma sicuramente di insofferenza, ma dovuta anche al fatto che i servizi essenziali prevedono una certa mobilità. Questo porta a un rallentamento del declino della curva, ma è necessario per mantenere il paese vivo. Un po’ più di disciplina però va richiesta, soprattutto adesso”.

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