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Alemao: «Mia madre è morta in quattro giorni e nessuno mi ha spiegato se è stato il Covid-19»

Intervista al CorSport: «In Brasile l’isolamento sociale è blando. Sul governo Bolsonaro taccio per educazione. Non seguo più il calcio»

Alemao: «Mia madre è morta in quattro giorni e nessuno mi ha spiegato se è stato il Covid-19»

Sul Corriere dello Sport un’intervista a Ricardo Alemao, firmata Antonio Giordano. In questa pandemia l’ex azzurro ha perso sua madre, ma non è stato accertato che sia morta per colpa del virus.

«Ancora non so perché mia madre, Margherita, sia morta. Nessuno ci ha detto niente, non abbiamo neanche potuto salutarla come avremo voluto, come si dovrebbe. È successo tre settimane fa ed è andata via in quattro giorni. La tosse è diventata polmonite, c’è stato un peggioramento e poi è spirata. L’abbiamo portata al Cimitero ed eravamo lì soltanto i familiari più stretti, i figli e i nipoti. Ci hanno consentito di stare dieci minuti insieme. Senza ovviamente che si potesse aprire la bara, per vederla ancora una volta. L’ultima».

Sua madre stava bene, racconta, non c’era nulla che lasciasse presagire quanto è successo.

«Ora vorrei almeno capire, vorrei qualcuno che mi dicesse cosa me l’abbia portata via, se il Covid-19 o soltanto il destino».

Alemao vive a San Paolo, in Brasile. Dice di avere paura.

«Perché qui l’isolamento sociale è relativo, a San Paolo c’è una mobilità pari al 60%. E c’è un Governo sul quale devo tacere, per educazione, altrimenti sarei costretto a sfogarmi con toni che non mi appartengono. Qui si fanno pochi tamponi, non mi fido di chi comanda, di quello che ci viene detto, di quello che si fa e che mi sembra pochissimo. Siamo un Paese enorme, con duecento milioni di abitanti, e il virus potrebbe ammazzare ancora e ripetutamente, perché non esistono forme di controllo del contagio».

Alemao racconta il suo impegno nella comunità di assistenza per tossicodipendenti che ha creato, di essersi lasciato alle spalle il calcio.

«Ho smesso, anche di guardare le partite in tv, ogni tanto mi concedo quelle del Napoli. Ma ne sono uscito, perché qui l’ambiente è strano e complicato, tutto concentrato intorno ai soldi, con un potere concentrato in poche mani. Il mio modo di vivere è diverso, ho un carattere forte e principi personali, posso fare a meno del calcio».

 

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