Su Repubblica. Pericolo di immissione di denaro sporco e corruzione nel settore agroalimentare, infrastrutture sanitarie, comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, distribuzione al dettaglio e piccola e media impresa»
Il pericolo di tensioni sociali è altissimo. I servizi segreti hanno allertato il Viminale, occorre intervenire subito. La criminalità organizzata, scrive Repubblica, intende approfittare della crisi determinata dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
Il capo della polizia, Franco Gabrielli, e il suo direttore centrale anticrimine, Francesco Messina, hanno inviato una nota a tutti i questori d’Italia. Invitano le squadre mobili ad indagare sulle infiltrazioni mafiose nell’economia italiana.
«L’impatto dell’attuale crisi sanitaria potrebbe esporre maggiormente imprenditori e commercianti delle varie categorie ai tentativi di “reclutamento” economico e di finanziamento illecito, con modalità di interposizione fittizia».
La criminalità non chiederebbe il pizzo, ma offrirebbe il proprio denaro sporco per riciclare, acquisire quote societarie e fare nuovi affari.
Messina scrive:
«Considerato che la crisi attuale porterà un deficit di liquidità, una profonda rimodulazione del mercato del lavoro, e il conseguente afflusso di ingenti finanziamenti pubblici, sia nazionali che comunitari».
C’è il rischio che i boss inizino il reclutamento di funzionari e politici per accaparrarsi i soldi destinati ad aziende in crisi e poveri.
«L’attuale crisi potrebbe favorire sistematicamente il rapporto, con sistemi corruttivi, tra mafie ed esponenti della pubblica amministrazione ed amministratori locali».
La nota indica anche gli ambiti economici più a rischio:
«I settori della filiera agro-alimentare, delle infrastrutture sanitarie, della conseguente gestione di approvvigionamenti, specie di materiale medico, i comparti turistico-alberghiero e della ristorazione, i settori della distribuzione al dettaglio e della piccola e media impresa».
La Direzione Direzione anticrimine della polizia di Stato è già al lavoro per raccogliere informazioni, ma non è facile, scrive Repubblica, perché anche i boss hanno cambiato le loro abitudini. Qualche giorno fa, ad esempio, un mafioso ha convocato un incontro fra la gente in fila al supermercato e non si è riusciti ad intercettarlo.