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Coronavirus, Conte firma il nuovo decreto

Non è un “divieto assoluto”, spiega Conte, “non si ferma tutto”, non si bloccano treni e aerei: per fermare il contagio non si può più “fare i furbi”

Coronavirus, Conte firma il nuovo decreto

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato, nella notte, un decreto che impone da subito e fino al 3 aprile nuove restrizioni, dopo la crescita dei contagi nella giornata di ieri, per l’intera Lombardia e in alcune province (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola) l’ingresso e l’uscita da questi territori sono consentiti solo per motivi gravi e «comprovati», di lavoro o di famiglia (ed è garantita la possibilità di rientro al proprio domicilio)

Non è un “divieto assoluto”, spiega, “non si ferma tutto”, non si bloccano treni e aerei: sarà  possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà  fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando in territori dove la crescita dei casi di contagio porta il governo a disporre misure mai così restrittive. “Mi assumo la responsabilità  politica” delle decisioni che vengono prese in queste ore: “Ce la faremo”, dice Conte a notte fonda. E lancia un appello alla “auto responsabilità”: per fermare il contagio non si può più “fare i furbi”, dice invitando i ragazzi a stare in casa a leggere e tutelare così la salute dei loro nonni. La firma del decreto del presidente del Consiglio, frutto dell’accorpamento di due dpcm inizialmente previsti, arriva dopo una lunga giornata di contatti con le Regioni e dopo una fuga di notizie (“irresponsabile” e “rischiosa per la sicurezza”, dice Conte) che porta al diffondersi della bozza non ancora ultimata.

Nel provvedimento limitazioni strettissime. In particolare: chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, sospensione delle attività sciistiche e di eventi pubblici. Chiusi anche musei, palestre, piscine, teatri, centri sociali e culturali. Previsto uno stop ai concorsi pubblici ad esclusione di quelli per il personale sanitario (e di quelli telematici). Bar e ristoranti saranno aperti solo dalle 6 alle 18, e dovranno mantenere l’obbligo di distanza di un metro altrimenti l’attività sarà sospesa. Se non riescono per motivi strutturali dovranno chiudere. Nei giorni festivi e prefestivi saranno chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati.

SPORT 

Sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, ‘in luoghi pubblici o privati’. Nel decreto si legge anche, però, che “resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse”.

IN TUTTA ITALIA

Scattano anche altri divieti in tutta Italia. Stop a tutti gli incontri e gli spettacoli, dai cinema ai musei alle attività sportive; le attività di pub, discoteche, sale bingo, sale giochi; le lezioni in scuole e università. I negozi potranno rimanere aperti nei giorni feriali; i bar e i ristoranti solo se prevedono il servizio al tavolo e garantiscono la distanza ‘di sicurezza’ di un metro tra le persone.

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