Dopo le lacrime a Marassi, nel 4-5-1 contro l’Inter Gattuso ha presentato ai napoletani il vero Elmas: giovane, tosto, duttile, con la “cazzimma”
Partiamo dalle lacrime, che è la cosa più immediata. Lo sfogo di Eljif Elmas dopo aver segnato alla Sampdoria ha titillato l’istinto materno del tifoso per il quale le emozioni divorano la logica, l’umanità sopra ogni cosa. In quel preciso momento Elmas è diventato un giocatore di Gattuso. Aderente al racconto della nuova vita sacrificale del suo Napoli. Prima apparteneva ad Ancelotti, a quel mondo tattico liquido in cui la gente fatica a raccapezzarsi, alle sue rotazioni, alla poca specializzazione. Di più: era uno dei tanti, accantonato dal cambio di panchina senza troppi rimorsi. Con freddezza, quasi.
Poi ha pianto in campo. E la relazione “algida” è diventata carnale. Il passo successivo è meno scontato: ha preso una forma tattica e tecnica finalmente evidente. Titolare a San Siro, contro l’Inter, nella semifinale d’andata della Coppa Italia, ovvero l’unico trofeo che i napoletani non considerano un’illusione o un’occasione sprecata. Dal primo minuto in campo, con Insigne, Politano e Lozano fuori per motivi vari, è diventato il perno di una piccola rivoluzione, della svolta pragmatica. Anche grazie a lui, come ha scritto Alfonso Fasano, “il Napoli non ha mai abbandonato il 4-5-1 e il macedone ha agito come un centrocampista laterale, non come un esterno offensivo. In pratica ha tenuto una posizione più arretrata, non si è accentrato continuamente per convergere sul destro, ha garantito ampiezza per l’intera partita”.
Elmas è arrivato a Napoli con la nomea sbagliata di vice-Allan. Un superficiale equivoco mediatico che il calciomercato ha alimentato infilandolo nel ruolo di rubapalloni. E invece ha un curriculum da predestinato: è il più giovane esordiente della Nazionale macedone dopo aver rifiutato la tentazione turca (le sue origini gli avrebbero consentito di accettare le pressioni di Terim). Lo voleva l’Inter, ma pure la Juve.
Il Fenerbahce lo faceva ruotare in diverse posizioni: esterno d’attacco, mezzala di un centrocampo a tre, mediano a due, e con Ancelotti avrebbe trovato la stessa giostra. Ma è da trequartista centrale che ha sempre reso di più, faccia alla porta e strappi palla al piede. È alto, ma ha il baricentro basso, insomma è esplosivo. E ha una innata intensità nei recuperi. La “cazzimma” che ad un certo punto, contro l’Inter, ne ha illuminato la prestazione: una spallata continua con Moses, sulla sinistra, senza mai perderne una, ma anzi andandosene via a strattoni. Elmas esterno sinistro non è un inedito. Aveva già giocato così al Fenerbahce, anche in Europa League.
Il ct macedone, Igor Angelovski, sono mesi che lo ripete: Elmas può giocare in tre o quattro posizioni diverse, meglio se offensive.
“Il soprannome è più che meritato: Elif è davvero un diamante del calcio. Con noi ha sempre agito in questa posizione più offensiva, a mio parere, per quelle che sono le sue caratteristiche, può esprimersi al meglio in quel ruolo. La sua qualità numero uno è la mentalità: spero che possa trovare maggiore continuità”.
Gattuso, in una serata che potrà ricordare come quella in cui l’universo conosciuto (e Conte) gli ha tributato un’ovazione tattica, ha indovinato anche il momento per presentarci davvero il giovane Elmas. Dopo la gavetta fatta con Ancelotti, un po’ penalizzato forse dal riflesso della crisi.
Fu lui, e non altri, ad essere gettato in pasto ai social dal Napoli al momento della linea dura. Reo di aver violato il silenzio stampa per aver detto che lui in Italia è felice, e che mette il Napoli al primo posto. L’unico a essere multato pubblicamente mentre i suoi compagni postavano sui social foto dai ritiri delle Nazionali e parlavano di tutto tranne che del Napoli “proibito”. La società è stata ampiamente criticata, per questo. E il ct della Macedonia provò a difenderlo: “Decisione sbagliata, ma Elif non è deluso, ha un carattere molto forte. E’ un tipo tosto e con una personalità ben chiara”.
Senza lacrime, Elmas s’è preso ieri un pezzettino di Napoli. A tutti i livelli. Premiato unanimamente dalle pagelle del giorno dopo, ha messo Gattuso nelle condizioni di variare schemi, di passare al pragmatismo senza il blocco mentale del 4-3-3, ha dato piene garanzie di affidabilità. Giovane, tosto, duttile, con la cazzimma. Elmas risolve problemi.