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La bufala delle mogli dei calciatori del Napoli

La signora Insigne non ha lasciato casa. La signora Zielinski segue sempre il marito quando va in Polonia. E la signora Allan, dopo le rassicurazioni degli investigatori, ha lasciato l’albergo

La bufala delle mogli dei calciatori del Napoli

 

Mai rovinare una bella storia con la verità.

È un antico – e sempre in voga – adagio che è un must per chi fa il giornalista. Per tutti, nessuno escluso. E la storia della fuga delle moglie dei calciatori del Napoli in fuga dalla città, era effettivamente una storia perfetta per i canoni giornalistici. Il giornalismo, si sa, procede per luoghi comuni. Spesso a fare notizia è proprio il cane che morde l’uomo e non il contrario. Napoli, ad esempio, fa notizia in “nazionale” quando risponde al cliché Gomorra. Se poi c’è il calcio, allora siamo a cavallo.

L’ammutinamento dei calciatori del Napoli è stato immediatamente legato a due episodi di microcriminalità: il furto dello stereo all’automobile della signora Zielinski e il furto a casa Allan. Perché – scatta l’associazione – sarebbe una punizione della camorra nei confronti dei calciatori del Napoli.

A parte che si dovrebbe stabilire se i camorristi tifino Napoli. Dovrebbe esserci un’organizzazione gerarchica – a pare che non ci sia più – e soprattutto bisogna rischiare l’apertura di un’indagine da parte della magistratura e maggiore attenzione delle forze dell’ordine per dare una lezione a due calciatori. Sarebbe un comportamento autolesionistico.

Ma senza addentrarci in spiegazioni sociologiche, atteniamoci ai fatti.

La signora Insigne ha detto che lei non ha mai pensato di non dormire a casa, semplicemente è andata a trovare i suoi genitori e ha parlato di allarmismo esagerato:

Non sono in fuga da Napoli, non sono andata via, sono tranquillissima, come sempre, e faccio le cose di sempre: sto a casa mia con i miei bambini, li porto e vado a prenderli a scuola, in una normalità assoluta e totale. Non ci sono motivi per avere paura.

La signora Zielinski ha fatto sapere che in verità lei segue sempre il marito in Polonia quando lui viene convocato in Nazionale. Il marito nemmeno voleva denunciare il furto dello stereo per non aumentare la psicosi. E i due sono anche innervositi dalle false notizia sulla rottura della trattativa con il Napoli.

Infine la signora Allan l’unica che effettivamente ha avuto uno sfogo (contro il tifo, si badi bene, e siamo ovviamente solidali con lei). Per il tentativo di furto in casa ma soprattutto per gli insulti che ha ricevuto nei giorni successivi allo scontro tra calciatori e società. Appurato che non c’è alcun legame, che il tentativo di furto era preparato da giorni, è serenamente tornata a casa.

Noi non siamo quelli che non guardano Gomorra – tranne l’ultima serie perché ci ha annoiati – perché rovina l’immagine di Napoli. Più che altro, rovina l’immaginario di Napoli. La camorra c’è. Ma non tutta è camorra. Un concetto abbastanza chiaro persino in terza elementare.

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