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Il Napoli è vivo. Partita in trincea a Liverpool (il pallone che piace a noi): 1-1

Ancelotti si copre e restituisce autostima alla squadra che risponde con una prova di grandissima generosità e sofferenza. Arrigo Sacchi ci perdonerà. Il Liverpool aveva sempre vinto in casa quest’anno

Il Napoli è vivo. Partita in trincea a Liverpool (il pallone che piace a noi): 1-1

Il Napoli è vivo. Pareggia a Liverpool 1-1. Gioca una partita di quelle che piacciono a noi quasi cinquantenni. Il pallone overo (scritto proprio così, overo). Due linee di trincea. Quando si può si va avanti. Altrimenti si sta al palo ad aspettare. Ci perdoni Arrigo Sacchi ma noi stasera dovevamo portare la pellaccia a casa. Con una squadra disastrata, tra ammutinamenti, sanzioni a mezzo raccomandata, capitani che si ammalano. Proprio qui dove al Titanic è dedicato un piano del museo navale. E ricordiamo De Gregori e i suoi muscoli del capitano. Il nostro stasera non c’era. Il nostro stasera è stato Koulibaly anche se Mertens ha più presenze di lui.

Ma Dries c’è stato. Come sempre. Sarà un ammutinato, lo è, ma Dries in campo ha sempre offerto il proprio contributo. Stasera ha segnato un gol pesantissimo. Ad Anfield dove in questa stagione tutti avevano perso. Lo ha lanciato in porta Di Lorenzo che Ancelotti ha sistemato alto a destra nel suo 4-4-2, al posto di Callejon inguardabile a Milano. Dries è arrivato tutto solo davanti ad Alisson, defilato sulla destra, solo un gran tiro avrebbe portato al gol. Dries lo ha sfoderato. Il Var non se l’è sentita di annullare. È la metà del primo tempo.

Quando fa freddo, Ancelotti si copre. Lo ha sempre fatto. Lo ha fatto quando il suo Milan visse una crisi simile. Ha riproposto la difesa Champions dello scorso anno. Con Maksimovic in asse con Koulibaly e Manolas. Più in là, Mario Rui. Il trio del Liverpool non ha fatto granché. Ci hanno spaventati, questo sì. Ma Meret ha compiuto una sola vera parata. Ma il Napoli ha mostrato tempra. Il Napoli è vivo, nella tempesta.

Il Napoli gioca una partita che potremmo definire d’altri tempi, anche se è sempre il tempo di difendersi e contenere. Ancelotti lo sa bene. Bisogna soprattutto provare a restituire fiducia in un gruppo che – anche per proprie responsabilità – è nella tempesta da quindici giorni e non vince da oltre un mese, dalla notte di Salisburgo.

Zielinski va a sinistra, la coppia centrale è Allan-Fabian. Il Napoli gioca bene, è attento, pronto a ripartire. Di Lorenzo è ovunque, come il polacco dal lato opposto. Nel primo tempo, il Liverpool preme ma Meret compie la prima, vera, parata, nel finale su Milner. Il resto è tanta pressione, qualche accelerazione assassina di Mané e poco altro. Tranne l’uscita di Fabinho per infortunio, al suo posto Wijnaldum. La musica cambia, definitivamente, attorno al 35esimo. Il Napoli non riesce più a ripartire e l’arretramento è progressivo e inesorabile. Assedio finale e si va negli spogliatoi col Napoli avanti di un gol.

La ripresa comincia più o meno nello stesso modo, anche se la prima vera occasione nasca – al 55esimo – da  una brutta uscita di Meret che perde palla: per fortuna Koulibaly salva sulla linea. Al 57esimo Klopp inserisce Chamberlain al posto di Gomez. Il Liverpool preme ovviamente. Il Napoli solo raramente a imbastire qualche azione di alleggerimento. Il film del secondo tempo è a senso unico. Il Napoli è ben trincerato dietro le due linee allestite da Ancelotti. Arrigo Sacchi, come detto, non gradirà ma la realpolitik viene prima di tutto. Peccato che al 62esimo, su azione di calcio d’angolo, arriva il pareggio del Liverpool con colpo di testa di Lovren. Pareggio indubbiamente meritato per la pressione esercitata nel secondo tempo e negli ultimi dieci minuti del primo.

Il Salisburgo largheggia a Genk – dove gli azzurri hanno lasciato due punti d’oro – e il Napoli può fare affidamento solo su di sé. A questo pinto è un’altra partita. Anfield preme, la squadra di Klopp non abbassa mai il ritmo e gli uomini di Ancelotti non sembrano più in grado di ripartire. Ancelotti toglie Lozano e inserisce Llorente nel tentativo di tenere qualche palloni in più davanti. Al 78esimo, Klopp fa entrare anche Alexander Arnold per Milner, è il terzo cambio. Subito dopo, Ancelotti sostituisce Mertens autore di una prova generosa e di grande qualità. Probabilmente il migliore insieme con Di Lorenzo e Zielinski, senza dimenticare il tridente difensivo. Nel primo tempo, Fabian è stato spesso in affanno, ha perso qualche pallone di troppo. Non più nella ripresa in cui invece è stato protagonista di buoni tentativi di ripartenza. Tutti infrantisi contro la diga del Liverpool e anche per la sempre più ridotta riserva di energie degli azzurri.

Nel finale, nemmeno il Liverpool ne ha più. Il Napoli esce imbattuto da Anfield Road. E ora basta un pareggio al San Paolo col Genk per qualificarsi.

 

 

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