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Salisburgo, tanti cambi nome in 86 anni di storia, poi la svolta con la Red Bull

Nelle ultime 14 stagioni, il club ha vinto 10 titoli e 4 secondi posti. Due anni fa è arrivato in semifinale di Europa League

Salisburgo, tanti cambi nome in 86 anni di storia, poi la svolta con la Red Bull

Sono tanti i cambi di nome subiti dal Salisburgo in 86 anni di vita. Spesso dettati dagli sponsor che si sono avvicendati nel corso della storia del club.

Il Corriere dello Sport racconta tutto il cammino della squadra che questa sera sarà l’avversaria del Napoli in Champions.

Il club fu fondato il 3 settembre 1922 con il nome di Sport Verein Austria Salzburg, dalla fusione dei due club cittadini, il Rapid e l’Hertha.

Nel 1950 si sciolse, poi, dopo qualche mese, fu rifondato e lì fu la vera svolta della sua storia. La squadra raggiunse la Staatsliga ma solo negli anni ’70 sarebbe poi diventata una società di vertice.

Dopo aver cambiato nome in Austria Salzburg, nel 1978 divenne SV Casino Salzburg. Negli anni ’90 ci fu ol salto di qualità. Il club si piazzò in testa alla regular season per due stagioni di seguito, il 1991-92 e il 1992-93 perdendo però sempre il titolo contro l’Austria Vienna. Nel 1993-94, poi, diventò finalmente campione d’Austria e anche finalista di Coppa Uefa (perse in finale contro l’Inter).

Altri due titoli nazionali arrivarono nei tre anni successivi e anche 3 vittorie della Supercoppa d’Austria.

Poi un nuovo cambio nome: SV Wurstenrot Salzburg e di nuovo la metà classifica.

La Red Bull è arrivata nel 2005, stravolgendo tutto. Nelle ultime 14 stagioni, il club ha vinto 10 titoli (6 consecutivi) e 4 secondi posti. Due anni fa è arrivato in semifinale di Europa League.

Il ciclo positivo è arrivato grazie a Giovanni Trapattoni, tesserato nel 2006, che riuscì a strappare il titolo nazionale all’Austria Vienna con 5 giornate di anticipo.

Dopo di lui il Salisburgo ha avuto tutti tecnici di alto profilo: prima Co Adriaanse, poi Huub Stevens, poi ancora Roger Schmidt. Con lui è iniziata la valorizzazione dei giovani talenti di casa, prelevati a prezzi stracciati in giro per l’Europa.

Nel 2016-17, il club si è aggiudicato la Youth League, a conferma della volontà di trasformarsi in un’accademia di primo livello. In panchina c’era Marco Rose, poi passato alla guida della prima squadra e ora al Borussia Monchengladbach.

Nonostante i successi arrivati con la Red Bull, i tifosi non accolsero bene il cambio, almeno inizialmente, racconta il quotidiano sportivo. Si opposero alla decisione di abbandonare i colori bianco viola del club in favore del biancorosso del marchio.

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