Intervista alla Gazzetta. A gennaio è libero. «Ho visto il documentario su Maradona. Incredibile l’amore di quella città, sarebbe fantastico replicare quel che fece lui. E poi Ancelotti è un grande
La Gazzetta dello Sport intervista Zlatan Ibrahimovic che parla del suo desiderio di tornare in Serie A e mette il Napoli in cima alla lista.
“Ho 38 anni e l’entusiasmo di un ragazzo con la stesso voglia di vincere: questo per me è tutto”
Il suo contratto con i Galaxy è in scadenza a dicembre e Zlatan non è ancora sicuro di voler smettere. A Los Angeles è stato bene e per continuare cerca nuove motivazioni che potrebbero arrivare dall’Italia “Lo sapete è la mia seconda casa”. Ha grandi ricordi nel nostro Paese e una grande amicizia che lo lega a Mihajlovic, ma se c’è una squadra che lo stuzzica davvero non è il Bologna
“Ho apprezzato l’ultimo documentario dedicato a Maradona, nessuno è come lui. Ecco, vedendo l’amore di quella città mi verrebbe quasi la voglia di provare un’esperienza al Napoli: sarebbe fantastico replicare ciò che fece Diego”
Zlatan non fa annunci, non ha certo preso una decisione
“la decisione finale dipenderà da vari aspetti, ma quella è una piazza che crea entusiasmo: con me il San Paolo sarebbe pieno ogni domenica. E poi c’è Ancelotti, un grande”
Nessuna certezza dunque, ma un sogno forse, quello di replicare Diego e infiammare il San Paolo con le sue giocate e soprattutto vincere
” se tornassi vorrei puntare allo scudetto, non cerco chi mi da fiducia solo perché sono Ibrahimovic. Non sono un animale da zoo che la gente va a vedere: posso ancora fare la differenza”
Ma Zlatan non andrebbe ovunque, forse anche Mourinho potrebbe stuzzicarlo se trovasse una nuova panchina
“Era e resterà sempre lo “Special One”. Lo sento tutt’ora, ha avuto un impatto incredibile sulla mia carriera. E vorrei che fosse già su una panchina: la prossima avventura sarà vincente, sicuro”
Non può certo dire lo stesso di Guardiola con cui si sa non è mai corso buon sangue
“Non c’è mai stato un confronto, per colpa sua. È capitato di giocare contro: quando rientravo nello spogliatoio a fine partita, lui stava nel suo aspettando che io passassi. Sulla porta c’era un suo collaboratore che lo avvisava. “Ok, Ibra è andato: esci pure”. Non ho mai capito il motivo. In tv fa sempre il duro, poi quando trova uno vero si nasconde. Come allenatore è un fenomeno, ma come uomo….”