ilNapolista

Vincono mano nella mano nel triathlon e vengono squalificate

Il Guardian dedica una pagina al caso delle due atlete britanniche. «È uno schifo, non lo rifaremo», twitta una delle due. «Ma è il regolamento», è la replica

Vincono mano nella mano nel triathlon e vengono squalificate

Dopo aver corso testa a testa lungo tutto il massacrante percorso – nuoto, ciclismo, atletica -, una volta i vista del traguardo le due atlete britanniche Jessica Learmonth e Georgia Taylor-Brown hanno deciso di tagliare il traguardo mano nella mano. Avevano dominato la prova dio qualificazione in vista delle Olimpiadi Tokyo 2020. Non avrebbero mai immaginato che la federazione triatlon le avrebbe squalificate – com’è invece accaduto. Lo scrive il Guardian che riporta la notizia a pagina 3.

Secondo il regolamento, “i triatleti non devono dar vita a situazioni artificiose in cui non è stato compiuto alcuno sforzo per arrivare con tempi diversi”. In un primo momento, la vittoria è stata assegnata alla Learmont; poi, le atlete sono state squalificate.

Scrive il Guardian che le prestazioni delle atlete avevano colpito molto, la gara si è disputata in condizioni particolarmente difficile: trenta radi e un’umidità superiore al’80%. Al punto che l’inizio è stato anticipato alle 7.30 e la frazione di corsa è stata ridotta a cinque chilometri. Nonostante queste precauzioni, l’atleta francese Cassandre Beaugrand è stata ricoverata in ospedale per sospetta insolazione.

Al termine della gara, le atlete erano troppo arrabbiate per rilasciare dichiarazioni. Anche se poi Taylor-Brown ha twittato: “Il supporto di tutti è stato straordinario. Quel che è successo per noi fa schifo ma è solo una corsa, non lo rifaremo”.

Le regole – spiega il Guardian – furono cambiate dopo che in una corsa in Messico, nel 2016, la medaglia d’oro olimpica Alistair Brownlee aiutò in vista del traguardo il fratello Jonny. Scrive il Guardiano: “fare il buon samaritano è vietato dalla federazione, il regolamento recita che un atleta non può fisicamente aiutare un altro atleta in qualsiasi parte del percorso”.

Mentre nel triathlon britannico si pare la discussione su quali saranno i tre atleti e le tre atlete che saranno scelte per le Olimpiadi, l’articolo si conclude col parere di Peter Charlish docente di Diritto presso la Sheffield Hallam University: “la decisione è corretta dal punto di vista regolamentare, anche se è discutibile e scura da digerire per gli atleti britannici. Ma se la federazione non avesse applicato il regolamento, qualcun altro avrebbe certamente presentato ricorso”.

ilnapolista © riproduzione riservata