E’ una tendenza dilagante. Ma anche pericolosa. I calciatori mettono un like a foto di squadre, tifosi o allenatori avversari e scatenano, così, polemiche di mercato e di spogliatoio
Su Il Giornale, Tony Damascelli si sofferma sulla tendenza dilagante (e pericolosa), anche tra i calciatori, di mettere un like a foto di squadre, tifosi o allenatori avversari. Mi piace che scatenano, inevitabilmente, polemiche di mercato e di spogliatoio.
Damascelli chiama in causa uno studio dell’Università del North Carolina secondo cui, ogni volta che pigiamo il pulsane del like, al nostro cervello arriva una scarica di dopamina. Come una droga.
Sono in tanti i calciatori che cadono nella trappola.
Verratti, ad esempio, ha messo il mi piace a un post che accusava due suoi compagni suoi di squadra, i portieri Areola e Trapp, di essere “portatori insani di afrori di escremento”. Poi, naturalmente, ha smentito di averlo fatto.
Ben Arfa, mentre si stava accasando alla Sampdoria, ha messo un like all’immagine della curva dell’Atalanta. E da questo gesto si è scatenata la polemica su un suo ipotetico sogno di trasferirsi a Bergamo.
Nainggolan ha messo il mi piace a un post che recitava “Marotta lavora per la Juve”.
Brozovic aveva manifestato il suo gradimento alla decisione dell’Inter di togliere la fascia a Icardi e lo stesso aveva fatto Pianic. Sempre Brozovic, insieme a Perisic, aveva messo il mi piace a Dzeko considerato nuovo arrivo interista.
“Dybala aveva messo il suo okay all’arrivo di Sarri, oggi credo voglia cancellarlo. Tutta roba da asilo Mariuccia che provoca la ola di commenti e reazioni. Prima di muovere il dito indice basterebbe contare fino a dieci, riflettere è un lusso. Comunque proporrei sul social network Facebook, l’inserimento di un nuovo tasto «ma sei scemo?»”.