Juve-Napoli può mettere tutti d’accordo con bellezza, corsa, classe, giusta cattiveria agonistica e coraggio. Non facciamoci riconoscere per i cori sbagliati ma solo per i cuori
E’ un vero e proprio appello, quello di Maurizio Crosetti su Repubblica.
“Siete bravi a giocare a pallone, molto bravi, e allora fatelo. Ma fate solo quello”.
Si riferisce, naturalmente, alla partita di questa sera, che non servirà a niente – alla seconda giornata – per la corsa allo scudetto ma può far tanto da altri punti di vista.
Un match che non è partito bene, fin da quel divieto assurdo ai “nativi napoletani” di entrare allo Stadium
“era sembrata un autogol non richiesto, più realista del re: decidere la pericolosità potenziale dei tifosi con l’atto di nascita? E quando mai? Infatti non è successo, niente discriminazione territoriale preventiva”.
Bene ma non benissimo, continua Crosetti. Perché poi c’è stata la prima giornata di Serie A, “schizofrenica”, con la polemica sui rigori inesistenti
“uno al Napoli: se l’avessero concesso alla Juve, sai le lamentazioni”
sulle nuove regole, sui “soliti sospetti o sospettati”, ossia gli arbitri e su “quell’aggeggio indefinibile, l’occhio elettronico orbo”, il Var.
Stasera c’è Juve-Napoli, “il nostro “superclasico” e c’è la possibilità, scrive Crosetti, di mettere tutti d’accordo.
“Lo si faccia dunque con bellezza, corsa, classe, giusta cattiveria agonistica, coraggio e nulla più. Non facciamoci riconoscere per i cori sbagliati, solo per i cuori. Lasciamo il Vesuvio dove sta, cioè nel golfo più bello del mondo. Che si giochi soltanto a pallone. Cristiano, Mertens, Insigne, Bonucci: non ci serve altro”.